Zhang Zhan è scomparsa a Wuhan nel maggio 2020, era stata presa dalle autorità cinesi e detenuta a Shanghai.
È stata condannata a quattro anni di reclusione per aver diffuso informazioni false e provocato disordini.
Nel giugno 2020, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione. A dicembre, il suo corpo era così debole che ha dovuto assistere al proprio processo su una sedia a rotelle. Ha, successivamente, continuato la sua protesta con uno sciopero della fame parziale per evitare una punizione e l’alimentazione forzata.
Attualmente Zhang Zhan è ancora in sciopero della fame parziale nonostante il grave rischio per la sua salute, che continua a peggiorare drammaticamente. Ricoverata in ospedale a causa di una grave malnutrizione, il 31 luglio 2021, oggi pesa meno di 40 kg.
La famiglia avrebbe chiesto di incontrarla nelle scorse settimane nella prigione dove è detenuta, secondo fonti anonime dell’Afp, ma senza ricevere risposte.
I cittadini giornalisti (citizen journalists) che portano avanti il giornalismo partecipativo, o civile, sono stati l’unica fonte di informazioni di prima mano non censurata sull’epidemia di Covid-19 in Cina.
Poiché sono indipendenti dai media che sono invece controllati dallo stato, subiscono continue molestie per rendere note informazioni che il governo preferirebbe tacere.
Le Nazioni Unite, Reporter Senza Frontiere e Amnesty International, chiedono il suo immediato rilascio e che le siano concesse cure mediche urgenti, perché la 38enne è in grave pericolo di vita.
“Chiediamo alle autorità cinesi di prendere in considerazione l’immediato rilascio di Zhang, anche solo per ragioni umanitarie, e di metterle a disposizione assistenza medica di emergenza, nel rispetto della sua volontà e dignità“, ha affermato una portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Marta Hurtado.
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