Zeina Akar, libanese, è la prima donna nel mondo arabo a ricoprire la carica di ministra dell’Interno e della Difesa nel neonato governo del Paese dei cedri, formatosi dopo tre mesi di durissime proteste di piazza a causa della grave crisi economica.
La sua nomina ha destato l’attenzione degli analisti perché arriva non soltanto in un momento in cui il Libano teme una nuova ondata di violenze popolazione e autorità, ma anche per le tensioni nell’intera regione, in particolare con il braccio di ferro tra Stati Uniti e Iran.
Laureata in management e marketing all’American University di Beirut, rappresentante del partito Movimento patriottico libero Libano, è una delle sei donne del nuovo governo guidato da Hassan Diab, di cui è anche vice-premier.
Mary-Claude Najem, avvocata e membra della minoranza maronita, è la ministra della Giustizia; Lamia Yammine, anche lei maronita, ingegnera, è la responsabile del Lavoro; Varti Ohanian, membra della minoranza armena, laureata in sociologia ed economia, è ministra della Gioventù e dello sport; Manal Abdel Samad, sunnita, economista e già a capo del Dipartimento tasse del ministero del Tesoro, oggi è la responsabile dell’Informazione; Ghada Shreim, greco-cattolica, docente universitaria di francese, giornalista, è alla guida del ministero per gli Sfollati.
Nonostante le continue tensioni, il Paese dei cedri si conferma tra i più paritari tra nord Africa e vicino Oriente.
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