Bisogna comunicare a donne e uomini, partendo dal presupposto che il pubblico non è composto solo dall’Uomo (inteso nell’utilizzo convenzionale della forma maschile neutra con pretese di universalità), ma da cittadine e cittadini.
Bisogna ampliare lo sguardo, amplificare l’empowerment femminile, le voci e i ruoli delle donne, migliorare efficacia e qualità della comunicazione pubblica, dotarsi di maggiore sensibilità, per una comunicazione più mirata e adeguata.
Valorizzare le donne è un vantaggio culturale, sociale, politico.
Significa rappresentare la cittadinanza, rendere la società più democratica, pluralistica, inclusiva e favorire l’occupazione femminile come vantaggio di crescita del prodotto interno lordo.
A partire dagli anni Duemila, femminismo non è più un termine declinato al singolare ma al plurale.
Femminismi inclusivi come pratiche politiche in cui confluiscono sia i movimenti tradizionali del femminismo sia il pensiero delle giovani donne sostenute anche dal genere maschile per acquisire consapevolezza, comunicare in maniera responsabile e valorizzare il genere femminile sul piano culturale e simbolico.
Saveria Capecchi, docente di Sociologia della comunicazione multimediale, Università di Bologna.
#unadonnalgiorno