“Giorni fa, in una riunione politica, ho capito di colpo perché per me fosse tanto più facile essere ‘europea’ che per altri. Dovevo parlare e mi sono accorta che non avevo nemmeno più una lingua a mia disposizione. L’italiano che parlo da tanti anni mi è rimasto sempre estraneo; non ho mai voluto addentrarmici troppo per non perdere la mia lingua: il tedesco. […] Questa mancanza di lingua non è tutto: non sono italiana benché abbia figlie italiane, non sono tedesca benché la Germania una volta fosse la mia patria. E non sono nemmeno ebrea, benché sia un puro caso se non sono stata arrestata e poi bruciata in uno dei forni di qualche campo di sterminio”.
Ursula Hirschmann è stata una madre fondatrice dell’Europa. Antifascista, socialdemocratica, femminista, ha militato per i suoi ideali per tutta la sua esistenza.
Nata a Berlino il 2 settembre del 1913. in una agiata famiglia ebraica, crebbe durante gli anni della Repubblica di Weimar, della nascita e ascesa del nazismo a cui si oppose da subito entrando, nel 1932, nell’organizzazione giovanile del partito socialdemocratico.
Costretta a scappare in Francia per la sua attività politica, ebbe modo di incontrare il filosofo e socialista italiano Eugenio Colorni, che seguì in Italia e che sposò nel 1935. Insieme ebbero due figlie e presero parte attiva al movimento clandestino di opposizione al fascismo.
Ha seguito il marito quando venne arrestato e confinato sull’isola di Ventotene, nel 1939.
Lì conobbero Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, che nel 1941 scrissero il Manifesto di Ventotene “per un’Europa libera e unita“, il punto d’inizio del federalismo europeo che invitava a una rottura con il passato per formare un nuovo sistema politico attraverso la ristrutturazione e una profonda riforma sociale.
Il documento ebbe ampia diffusione tra i membri della resistenza italiana anche grazie al contributo di Ursula Hirschmann che, non essendo soggetta a provvedimenti restrittivi, ebbe modo di portarlo con sé sulla terraferma, come altre donne legate ai confinati, e diffonderlo a Roma, a Milano e in Germania, grazie alla sua traduzione.
Nel 1943 è stata presente alla riunione di fondazione del Movimento Federalista Europeo di Milano e collaborato alla redazione e diffusione del foglio clandestino L’Unità Europea.
Quando il marito venne ucciso dai fascisti della banda Koch, nel 1944, iniziò una relazione con Altiero Spinelli che sposò e da cui ha avuto altre tre figlie.
Ursula Hirschmann ha preso parte all’organizzazione del primo congresso federalista internazionale, a Parigi, nel 1945, impegnandosi per la formazione del Movimento Federalista Europeo.
Nel 1975, a Bruxelles, ha fondato l’associazione Donne per l’Europa per affermare il ruolo delle donne nel processo europeo, fatto di emancipazione e consapevolezza, capace di portare “una dimensione umana secondo il nostro modo di pensare”.
L’anno successivo, venne colpita da un aneurisma cerebrale da cui non si riprese più completamente, pur continuando a seguire l’attività politica di Spinelli.
La consapevolezza critica e originale che la caratterizzava l’ha accompagnata per tutta la sua esistenza, fatta di passione e impegno instancabile, di viaggi, sconfinamenti, impegni e frenetica attività.
È morta a Roma, l’8 gennaio 1991.
Ursula Hirschmann è stata una donna che non si è lasciata incatenare, ha vissuto la sua vita da protagonista, l’Europa è stata la sua casa e il progetto di tutta una vita.
Ha saputo insegnare il coraggio di essere libere, affrontato le difficoltà che le si sono parate davanti, riconoscendo le sue fragilità, potenzialità e la capacità di adattarsi e riformulare la sua esistenza vissuta in serramento, sconfinamenti, superamenti di confini e di barriere reali e esistenziali.
Le è stato dedicato un albero nel Giardino dei Giusti a Villa Pamphili a Roma.
#unadonnalgiorno