Tulsi Gowda è un’ambientalista che cura la foresta del Karnataka.
Attraversa le piantagioni a piedi nudi e le basta sfiorare le foglie con le dita per capire come stanno i germogli. Tulsi Gowda ha perso il conto delle centinaia di migliaia di piante che ha restituito alla foresta del Karnataka, proteggendo le specie autoctone e promuovendone la rigenerazione.
Per il contributo inestimabile fornito all’ambiente e la sensibilizzazione alle giovani generazioni, le è stato assegnato il Padma Shri Awards 2020, quarta onorificenza civile nazionale indiana.
Sguardo fiero, capelli raccolti, il sari tradizionale con i gioielli che le adornano collo e polsi, Tulsi Gowda viene definita dagli ambientalisti una “enciclopedia della foresta”, ma per la sua tribù è la “dea degli alberi”.
Il suo nome è quello di una pianta dalle innumerevoli proprietà, tulsi (ocimum sanctum) simile al basilico, considerata sacra perché la manifestazione della dea Lakshmi nel mondo vegetale.
Dopo anni di studio era emerso che, in India, il 90 per cento degli alberi nativi ha difficoltà di rigenerazione, nonostante tutte le ricerche condotte in questo campo. Gowda sa identificare l’albero madre di ogni specie in qualsiasi punto della foresta. La rigenerazione delle piante è più efficace quando il seme viene dall’albero madre: lei conosce il tempo della fioritura, della germinazione e sa cogliere il momento migliore per raccogliere il seme dell’albero madre. Non sa spiegarti come, ma ne è a conoscenza, perché parla il linguaggio della foresta e vederla all’opera è un’esperienza incredibile.
Lunga vita alla dea degli alberi, dunque!