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Teresa Mattei

Teresa Mattei
Teresa Mattei, partigiana, politica e pedagogista. È stata la più giovane eletta all’Assemblea Costituente.
Una donna determinata, sempre in conflitto con le istituzioni, si è spesa per dare senso a politiche che valorizzassero la soggettività della vita quotidiana.
Espulsa dal partito, perché non ha mai piegato la testa e condiviso pratiche che non condivideva, ha lottato per tutta la sua vita per la salvaguardia della pace, della costituzione e in tutela dei diritti dell’infanzia.
Nata a Genova, il 1° febbraio 1921, sua madre era una glottologa e suo padre un avvocato antifascista attivo nei gruppi di Giustizia e Libertà. Nel 1932 la famiglia si trasferì a Bagno a Ripoli, dove il genitore divenne un importante dirigente toscano del Partito d’Azione. Aveva 17 anni, nel 1938, quando venne espulsa dal liceo classico e radiata da tutti gli istituti del Regno perché protestò pubblicamente contro le leggi razziali. Terminò gli studi da privatista e si laureò in Filosofia.
In occasione della dichiarazione di guerra, nel 1940, ha organizzato la prima manifestazione in Italia contro il conflitto. Divenne comunista e partigiana, il suo nome di battaglia era Chicchi.
Comandante di Compagnia, ha fondato i Gruppi di difesa della donna di Firenze. A Perugia venne catturata dai tedeschi, seviziata e violentata.
Partecipò alla programmazione dell’omicidio di Giovanni Gentile, il filosofo, suo ex docente, che aveva dato un volto presentabile al regime fascista.
Nel 1946, a venticinque anni, fu la più giovane eletta all’Assemblea Costituente, dove assunse l’incarico di segretaria dell’ufficio di presidenza.
L’articolo 3 della Costituzione, sul tema fondamentale dell’uguaglianza, porta anche la sua firma.
Divenne scomoda al suo stesso partito per essersi rifiutata di adeguare la propria vita di donna agli ordini di un PCI moralista e bigotto. Nel 1947 era rimasta incinta dalla relazione con un uomo sposato e Togliatti aveva deciso che doveva abortire, non fu la sola donna a cui impose quella scelta, fu così che decise che avrebbe rappresentato le ragazze madri in Parlamento. Nello stesso anno ha fondato, insieme a Maria Federici, l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo.
La maledetta anarchica (così la chiamava Togliatti), non accettò passivamente l’imposizione del voto a favore dell’inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione e si rifiutò di candidarsi nel 1948.
Quando le divenne impossibile mantenere la fiducia nel comunismo sovietico, aveva personalmente denunciato le degenerazioni di Stalin e la linea di Togliatti, venne espulsa dal partito.
Fuori dalla scena istituzionale, ha proseguito la sua lotta in favore dei diritti delle donne e dei minori.
Dissentendo dal modo d’agire dei partiti politici italiani, si è impegnata nel lavoro della comunicazione da aprire a chi non aveva diritto di parola, a cominciare dai bambini.
Negli anni sessanta ha fondato e diretto la Cooperativa di Monte Olimpino che promuoveva il cinema realizzato dai bambini come nuova forma di comunicazione, producendo dei film che vennero presentati alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1968.

Nel 1986 ha fondato la Lega per il diritto dei bambini alla comunicazione, con la parola d’ordine Chiedo ascolto e promosso importanti campagne in favore dell’infanzia per fondare una cultura di pace.

Nel 1994 ha lanciato, col figlio Rocco Muzio, il progetto Radio Bambina, palinsesto su emittenti regionali toscane andato avanti fino al 2000.

Nel 1996 ha lanciato la raccolta di firme L’obbedienza non è più una virtù, per chiedere un nuovo processo al criminale nazista Erich Priebke, responsabile della strage delle Fosse Ardeatine e della morte di decine di patrioti della Resistenza, al cui processo fu testimone, come sorella di Gianfranco Mattei, orribilmente torturato che si uccise in carcere per non tradire i compagni.

Nel 2001 è stata a Genova contro il G8, dove ha partecipato attivamente ai dibattiti schierandosi contro le violazioni della Costituzione di cui furono protagonisti il governo italiano e i suoi rappresentanti. Negli anni successivi è stata al fianco delle vittime di quelle giornate, per ristabilire i diritti e la giustizia.

Nel 2004, ha partecipato al pellegrinaggio ai campi di sterminio in Germania, pronunciando un discorso davanti a più di 200.000 ragazzi di tutta Europa a Mauthausen.

Si è battuta per il referendum contro le modifiche alla Costituzione nel 2006.

Ha continuato fino alla fine della sua vita a portare avanti i propri ideali di giustizia sociale.

È morta il 12 marzo 2013 a Usigliano, aveva 92 anni, era l’ultima donna vivente dell’Assemblea Costituente.

Ha vissuto con intensità la sua vita libera, dalla politica istituzionale all’attenzione per i problemi dell’infanzia, nel convincimento che già ai piccoli si debba insegnare come «cercare insieme le vie giuste e capire gli altri».
Dirigente nazionale dell’Unione Donne Italiane, fu insieme a Teresa Noce e a Rita Montagnana l’inventrice dell’uso della mimosa per l’otto marzo.

 

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