Svetlana Kana Radević, passata alla storia come Kana, è stata la prima architetta montenegrina. Importante esponente del tardo modernismo, sebbene figlia della cultura sovietica ebbe una spiccata vocazione internazionale.
Figura chiave dell’architettura post-bellica jugoslava, è stata capace di imporre la sua immagine tanto quanto i suoi progetti, ha creato, in piena Guerra Fredda, un ponte oltre la cortina di ferro.
Nata a Cetinje, 21 novembre 1937 crebbe in scenari urbani post-bellici, nei quali ha maturato l’esigenza di un’architettura nuova che si è manifestata in un dialogo proficuo tra il brutalismo jugoslavo e il modernismo panamericano.
Laureatasi alla Facoltà di Architettura dell’Università di Belgrado, è stata tra le poche donne a terminare il master presso l’Università della Pennsylvania tenuto dal celebre architetto statunitense Louis Khan.
La sua ricerca è stata sempre in bilico tra occidente e oriente, un esempio è la stazione degli autobus di Podgorica e il famoso monumento ai soldati caduti di Lješanska nahija a Barutana che le fece vincere un’importante competizione nazionale jugoslava, nel 1975.