Suzanne Valadon, pittrice francese, prima donna ammessa alla Société Nationale des Beaux-Arts è stata anche la prima che ha dipinto un nudo maschile nel 1909, nel quadro Adamo ed Eva.
Spirito ribelle, irrequieta, anticonformista, brillante, ha rappresentato, con le sue opere e con la sua vita, una pagina straordinaria e irripetibile della storia dell’arte.
I suoi lavori, che rappresentano scene del quotidiano, rivelano un approccio rivoluzionario verso la nudità, i corpi sono rappresentati privi di sensualità, come dimostrato anche dal suo famoso autoritratto che si è fatta a 66 anni.
Nata col nome di Marie-Clémentine Valadon a Bessines-sur-Gartempe, il 23 settembre 1865, da padre ignoto e da una madre alcolizzata e assente, era stata costretta a lavorare da quando aveva nove anni.
A quindici si era trasferita a Parigi de aveva trovato impiego in un circo. Frequentando Montmartre divenne modella e musa di importanti pittori come Auguste Renoir, Edgar Degas e Henri Toulouse-Lautrec che la chiamava Suzanne riferendosi all’episodio biblico di Susanna e i vecchioni.
A contatto con quel mondo, aveva iniziato a disegnare, dapprima figure di animali per poi passare alle figure umane.
Nel 1883, aveva 18 anni ed era sola quando divenne madre di colui che sarebbe diventato il celebre pittore Maurice Utrillo, riconosciuto legalmente, nel 1891, dall’artista e giornalista spagnolo Miguel Utrillo y Molins.
Nel 1894 è stata la prima donna ad essere ammessa alla Société Nationale des Beaux-Arts.
Artista autodidatta, ha ripreso temi del primitivismo da Gauguin e elaborato in maniera personale spunti dagli impressionisti per poi accostarsi a fauvismo e cubismo.
Ha dipinto nature morte, mazzi di fiori e paesaggi. Opere sempre notevoli per la forza della composizione e i colori vibranti. Le sue prime esposizioni, all’inizio del 1890, mostravano principalmente ritratti, fra i quali uno famoso del musicista Erik Satie.
Per tredici anni era stata sposata con un uomo agiato,provando ad adeguarsi a una vita borghese ma, con una scelta spregiudicata, a 44 anni si era separata dal marito e iniziato una relazione amorosa con il miglior amico di suo figlio, André Utter, che ne aveva 23 e che aveva sposato nel 1914. Un’unione durata quasi 30 anni durante i quali lui è stato spesso suo modello, come in una delle sue tele più famose, Adamo ed Eva, in cui è ritratto accanto a lei.
Nel 1912 ha partecipato al Salon des Indépendants e nel 1919 al Salon d’Automne dove ha incontrato Berthe Weill, importante mercante d’arte che ha promosso la sua carriera.
Nel 1923 ha realizzato uno dei suoi quadri più significativi, La camera azzurra, in cui una donna, stesa su un letto e vestita con abiti ampi e confortevoli, fuma una sigaretta. Il soggetto del quadro rompe con il tema tradizionale della donna sdraiata in modo sensuale come nella Maja desnuda o nell’Olympia.
Le sue soddisfazioni artistiche vennero offuscate dai problemi di salute dell’amato figlio, anche ricoverato per un periodo in una clinica psichiatrica, che aveva personalmente avviato alla pittura, nel tentativo di farlo evadere e allontanarsi dall’alcol e dai suoi demoni.
Il giovane, gradualmente, aveva trovato il proprio rifugio nell’arte e iniziato a vivere in simbiosi con la madre. Diventato sempre più famoso, aveva poi sposato Lucie Valore, che si occupava degli affari e delle vendite dei quadri, segnando l’allontanamento dalla genitrice.
Suzanne Valadon si è spenta il 7 aprile del 1938, colpita da un ictus mentre stava dipingendo.
È stata una grande artista, rivoluzionaria, libera, coraggiosa, scandalosa, la cui vita tra alcol, assenzio, eccessi e grandi successi, è terminata simbolicamente alla fine dell’epoca d’oro di Montmartre che le ha tributato grandi onori al funerale con la presenza, tra gli altri, di Pablo Picasso e George Braque.