Sonia Faleiro è una scrittrice e giornalista indiana Royal Literary Fellow presso la Goldsmiths University of London.
Creatrice di South Asia Speaks, programma di mentoring letterario gratuito per scrittrici e scrittori asiatici esordienti è anche co-fondatrice di Deca, cooperativa globale di giornalisti che pubblica su piattaforme digitali.
I suoi lavori sono pubblicati su importanti testate come The New York Times, The Financial Times e varie altre.
Premiata al CNN Young Journalist Award del 2006, è stata insignita del Karmaveer Puraskaar for Social Justice per aver «richiamato l’attenzione sulle persone più vulnerabili dell’India scrivendone con sensibilità, umanità e integrità».
La sua scrittura ha ricevuto il sostegno del Pulitzer Center, The Investigative Fund e The Society of Authors Foundation.
Nata a Goa nel 1977 è cresciuta a Nuova Delhi. Ha conseguito un master all’Università di Edimburgo. Il suo primo romanzo, The Girl, ha visto la luce nel 2006.
Il suo secondo libro è stato il saggio dal titolo Beautiful Thing: Inside the Secret World of Bombay’s Dance Bars (2010) tradotto in sei lingue e nominato Libro dell’anno dal Sunday Times.
La sua ultima fatica è Le brave ragazze del 2021, finalista al Premio Ondaatje della Royal Society of Literature e per l’ALCS Gold Dagger for Non-fiction. Scelta editoriale del New York Times e libro dell’anno per il Sunday Times, è stato tradotto in diverse lingue tra cui francese, italiano e polacco.
Un romanzo inchiesta drammatico e illuminante per capire l’India contemporanea, paese complesso che fa fatica a trovare una strada veramente democratica e inclusiva.
È la storia vera di Padma e Lalli, due cugine indiane di 16 e 14 anni che vivevano in un villaggio dell’Uttar Pradesh trovate impiccate in un frutteto nel 2014. Una storia agghiacciante che ha scatenato la protesta delle loro madri e nonne, una girandola folle di accuse, indagini condotte male, polemiche sui media e discussioni sul ruolo della donna nel subcontinente indiano.
Mette a nudo la piaga di un sistema sociale atavico dominato da violenza e un distorto senso dell’onore.
In una narrazione dal ritmo incalzante, Sonia Faleiro si addentra con coraggio in un caso di cronaca scioccante, che ha messo a nudo la corruzione della società castale e la condizione insostenibile delle donne del suo paese.
Nelle sue ricerche si occupa di India, donne, traffico di minori e delle contraddizioni di un paese che si ostina a rincorrere status fittizi privi di reale cambiamento sociale, generando una popolazione piena di telefonini che non ha neppure il bagno in casa.
C’è il boom economico e poi mancano le fognature.
La violenza sulle donne è un tema entrato nel dibattito pubblico ma c’è molta resistenza nelle stesse famiglie.
In India, uno stupro non è mai solo uno stupro. C’è la violenza sessuale, ma poi infilano un pezzo di vetro nella vagina della vittima, oppure le tagliano la lingua, le danno fuoco. Non è solo sesso. Quel gesto di crudele violenza non è mai abbastanza sufficiente. Dev’essere sempre qualcosa di più.
Abbiamo questa illimitata capacità per la brutalità perché non siamo mai riusciti a concederci il semplice lusso delle compulsioni.
Ciò che contribuisce alla violenza sessuale è la riservatezza che ammanta il sesso, covata in un senso di vergogna che avvolge l’idea di amore. Non devi innamorarti. Non devi voler stare con qualcuno.
Accogliere l’idea del desiderio vorrebbe dire avere il controllo del nostro destino e il nostro paese è culturalmente ostile a questo concetto.
L’India è una società che, storicamente, ha insito un forte sistema di sorveglianza, agita in famiglia, nel quartiere, nella società che guarda sempre a ciò che fanno gli altri, giudicando, alienando. Ecco perché l’onore diventa una questione di vita o di morte.
La nostra società è tutta focalizzata su famiglia e comunità, per questo esistono ancora i matrimoni combinati.
Tanta frustrazione nasce dal fatto che qualcosa di così normale come il desiderio e l’amore, incontrollabili, devono essere controllati.
Questo genera frustrazioni e aggressioni e infine atti di violenza brutali spesso compiuti nel proprio nucleo familiare, l’unico di cui si sente di avere controllo e potere.
#unadonnalgiorno