Siouxsie, icona indiscussa del dark punk inglese, madrina della scena gothic, è stata leader storica della band Siouxsie and The Banshees con cui ha pubblicato undici album che hanno toccato spesso i vertici delle classifiche.
Le sue canzoni sono state reinterpretate da big della musica come Jeff Buckley e Tricky.
Nata come Susan Janet Ballion il 27 maggio 1957 a Southwark, i suoi genitori si erano conosciuti nel Congo Belga e si erano già trasferiti in Inghilterra, in un quartiere di periferia nel Kent, quando lei è nata. Ha vissuto un’infanzia ai margini, la sua famiglia non era mai stata ben accettata dalla comunità e ha sentito forte il peso della periferia e il bisogno di costruirsi una corazza per sopravvivere.
Dopo la morte del padre, avvenuta quando aveva 14 anni, ha cominciato ad avere problemi di salute che l’hanno tenuta lontana dalla scuola. Questo l’ha portata a chiudersi sempre di più e a immergersi nella musica alternativa.
A 17 anni ha abbandonato la scuola e iniziato a frequentare l’ambiente musicale underground, le discoteche gay di Londra e a seguire in ogni tappa, la band capostipite della corrente punk, i Sex Pistols, col suo amico Steven Severin (allora ancora chiamato Steven Bailey).
È stato in quel periodo che è nato il nome Siouxsie mentre era nota negli ambienti dei locali di Londra per il suo look in stile fetish e bondage, con trucco pesante, rossetto scuro, capelli cotonati e abiti rigorosamente neri.
Con l’amico Severin ha formato il gruppo Siouxsie and the Banshees.
Sul palco, ha portato la sua potente immagine, libera dai dettami e dalle norme sociali, aprendo una nuova era per le donne nella musica.
Una delle sue prime apparizioni pubbliche è stata, insieme ai Sex Pistols, il 1º dicembre 1976, nel programma televisivo Today in cui diedero scandalo per via del linguaggio osceno tenuto nei confronti del conduttore che li incalzava.
Nel 1977 ha iniziato un tour in Inghilterra come Siouxsie and the Banshees e l’anno successivo, il loro primo singolo, Hong Kong Garden, ha raggiunto la settima posizione in classifica.
Il loro primo album, The Scream, è stato salutato come un disco guardava al futuro, la musica per una nuova era.
Il secondo, Join Hands del 1979 era tutto incentrato sul tema della guerra.
Intanto, aveva anche iniziato un progetto parallelo The Creatures, continuato, in maniera saltuaria, fino al 2005.
Gli anni ottanta sono stati il suo periodo d’oro, ha sperimentato stili e melodie e scalato spesso le classifiche. Si è avvalsa di violini nella musica elettronica, ha registrato un album alle Hawaii, c’è stata la fortunata collaborazione con Robert Smith dei Cure.
Nel 1988 anticipando il rock di ispirazione hip hop con l’uso di campionatori, ha prodotto l’album Peepshow considerato dalla critica come l’album di maggior successo di sempre.
Verso la fine del decennio, ha sperimentato una musica più colorata, con contaminazioni che vanno dal flamenco a stili jazz e blues e strumenti sud asiatici.
Nel 1992, il regista Tim Burton le ha chiesto di scrivere una canzone per Batman – Il ritorno e i Banshees hanno composto il singolo Face to Face.
Diverse sono state le sue collaborazioni per concerti di beneficenza ed è passato alla storia, Interlude, il suo famoso duetto con Morrissey, ex leader degli Smiths.
Nel 1995 The Rapture è stato l’ultimo album in studio dei Banshees che, dopo il tour promozionale, hanno annunciato la loro separazione nel corso di una conferenza stampa chiamata “20 minuti in 20 anni“.
Da allora i Creatures sono diventati la sua unica band anche se collaborazioni e tour con altre celebrità della musica non sono mancate.
Nel 2002 è stata classificata tra le 10 migliori artiste rock femminili da Q e, nello stesso anno, la Universal ha pubblicato The Best of Siouxsie and the Banshees come prima ristampa del loro catalogo.
Nel 2004 ha fatto per la prima volta un tour come solista combinando le canzoni dei Banshees e dei Creatures. È stato registrato un DVD intitolato Dreamshow, arrivato al primo posto in classifica nel Regno Unito, registrato all’ultimo concerto di Londra, in cui lei e i suoi musicisti sono stati accompagnati da un’orchestra di 16 elementi, la Millennia Ensemble.
Nel settembre 2007 è uscito il suo primo e unico album solista, Mantaray.
Dopo una pausa di cinque anni, nel giugno 2013 Siouxsie si è esibita due notti alla Royal Festival Hall di Londra durante il Meltdown Festival di Yōko Ono. Ha eseguito interamente l’album del 1980 Kaleidoscope, in una performance osannata dalla stampa.
Dopo otto anni un nuovo titolo, Love Crime, è uscito nel 2015 per il finale della serie televisiva Hannibal.
Un’altra lunga pausa dalle scene si è interrotta nel 2023, quando ha intrapreso una tournée europea che tocca vari paesi e importanti festival.
Della sua voce è stato detto che è il filo conduttore della sua musica. Nessuno e nessuna riesce a cantare in quel modo, seppure ha ispirato generazioni di musicisti. La sua tecnica è un filo conduttore tra materiale originale, l’opera e la musica pop. È nitida. È tutta sua.
Siouxsie è stata omaggiata da artisti di generi diversi come i Massive Attack, Jeff Buckley, Red Hot Chili Peppers, Simple Minds e altri ancora.
Questa musicista unica che sul palco era sensuale e allo stesso tempo terrificante, ha influenzato anche band sue contemporanee come U2 e The Cure. Bono Vox, ha citato l’influenza che ha avuto sulla loro storia e nel suo modo di cantare nell’autobiografia U2 by U2.
The Banshees sono stati considerati i Beatles punk e Siouxsie è stata il riferimento di importanti musiciste PJ Harvey, Sinéad O’Connor, Tracey Thorn degli Everything but the Girl, Shirley Manson, cantante dei Garbage che ha anche firmato la prefazione di Siouxsie & The Banshees: The Authorised Biography.
Discostandosi dal punk rock, ha inaugurato un vero e proprio nuovo genere musicale, apripista e riferimento per le successive generazioni di musicisti e musiciste.
Selvaggia, sexy, scura, traboccante, con la sua voce e la sua presenza sul palco ha caratterizzato un’epoca e, ancora oggi, riesce a entusiasmare le platee.
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