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Sinéad O’Connor

Sinéad O'Connor

Le malattie mentali sono come le droghe, sono uno stigma. All’improvviso, tutte le persone che dovrebbero amarti e prendersi cura di te ti trattano male.

Sinéad O’Connor, cantautrice irlandese, è stata tra le più importanti protagoniste del rock tra la fine degli anni Ottanta e i Novanta.

Dotata di uno straordinario talento di vocalist, ha sempre condotto una vita sopra le righe, fatta di provocazioni, tumulti e ribellione. Chi ha vissuto in quegli anni ricorda il suo debutto completamente rasata e quando ha strappato in diretta tv una foto del Papa per denunciare la pedofilia nella chiesa, fino alla decisione di farsi ordinare suora e poi convertirsi all’Islam. Un’anima inquieta alla continua ricerca di equilibrio e di una felicità che non è mai arrivata.

Amata e venerata in tutto il mondo, controversa e sempre sorprendente, negli ultimi anni della sua vita, era stata quasi completamente dimenticata. 

Nata a Dublino l’8 dicembre 1966, in un sobborgo operaio, ha avuto un’infanzia traumatica. A 9 anni, dopo la separazione dei genitori, era stata affidata alla madre, alcolizzata e con problemi psichici che l’aveva costretta a ogni tipo di molestie, fisiche e psicologiche. In un’intervista ha raccontato che la genitrice aveva una stanza della tortura, dove si divertiva a picchiarla e umiliarla in ogni modo. Successivamente il padre l’aveva presa in custodia affidandola a diversi collegi cattolici. Ribelle e provata dalla sua storia personale, era stata espulsa dalla scuola, arrestata per furto e rinchiusa in un riformatorio. La sua unica valvola di sfogo è sempre stata la musica.

Ha studiato piano e voce al Dublin College of Music. A 14 anni si è unita al gruppo In Tua Nua con cui ha esordito come autrice nel brano Take My Hand, diventato un successo nel 1984.

Nel 1985 si è trasferita a Londra per lavorare al suo primo album in studio da solista The Lion and the Cobra, da lei stessa scritto e prodotto, pubblicato due anni dopo con un immediato successo di pubblico e critica, che l’ha portata a intraprendere un tour attraverso l’Europa e gli Stati Uniti.

Nel 1989 ha esordito come attrice nel film Hush-a-Bye Baby.

Il successo mondiale è arrivato nel 1990 con Nothing Compares 2 U una struggente ballata romantica che ha raggiunto i vertici delle classifiche mondiali diventando il singolo più venduto dell’anno. 

Ha preso parte al concerto The Wall – Live in Berlin organizzato da Roger Waters a Berlino il 10 settembre 1990, interpretando il brano Mother insieme a The Band.

Nel 1992 è uscito il suo terzo album Am I Not Your Girl?, composto da una serie di omaggi a celebri standard jazz che abbracciano circa sessant’anni di storia della canzone, più l’inedito Success Has Made a Failure of Our Home di cui è stata autrice.

L’8 ottobre dello stesso anno, cantando il brano War di Bob Marley durante il programma televisivo della NBC Saturday Night Live, ha cambiato alcune frasi dell’ultima strofa, facendo esplicito riferimento alla pedofilia di cui erano stati accusati membri della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d’America e al termine dell’esibizione ha strappato, davanti alla telecamera, una foto di Papa Giovanni Paolo II dicendo: Fight the real enemy! (Combatti il vero nemico!).

I suoi successivi dischi non hanno più ottenuto particolari consensi, anche per via del diradarsi delle sue apparizioni pubbliche e alla scarsa promozione dei suoi lavori.

Alla fine degli anni novanta è stata ordinata da un movimento cattolico indipendente, decidendo di farsi chiamare Madre Bernadette Mary. Nel 2003 ha dichiarato di voler abbandonare l’industria discografica. Pur continuando a esibirsi dal vivo, nel 2005 in un’intervista ha detto che la sua missione era “salvare Dio dalla religione

Affetta da disturbi psicologici e da dipendenze varie, ha annullato vari tour e pubblicato dichiarazioni allarmanti sulle sue condizioni.

Il 26 agosto 2014 è uscito il suo ultimo album I’m Not Bossy, I’m the Boss che raccoglie ballate dolenti accanto a pezzi rock.

Il 19 ottobre 2018 ha annunciato pubblicamente di essersi convertita all’Islam adottando il nome di Shuhada’ Sadaqat ma ha mantenuto il nome di battesimo per gli impegni professionali.

Nel 2021 ha pubblicato la sua autobiografia Rememberings.

Il 7 gennaio 2022 suo figlio Shane di soli 17 anni, è stato ritrovato morto dopo esser fuggito da un centro psichiatrico dove era stato ricoverato per aver manifestato tendenze suicide.

Sinéad O’Connor è stata trovata senza vita nel suo appartamento londinese il 26 luglio 2023.  

I funerali si sono tenuti l’8 agosto a Bray nella Contea di Wicklow, dove la cantante aveva vissuto per quindici anni, alla presenza, fra gli altri, del presidente irlandese Michael D. Higgins con sua moglie e di Bob Geldof, suo amico di lunga data. Migliaia di persone sono accorse a renderle omaggio.

Un’artista eccezionale, tenuta a lungo ai margini per i suoi problemi, ha fatto la storia della musica ma è stata devastata dal suo male di vivere. Ha provato a cercare conforto nella musica, nella droga, nella religione, niente è riuscito a salvarla.

#unadonnalgiorno

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