Una donna sente fin dai primi passi di mancare a se stessa ed è su questo vuoto che costruisce la sua vita. Se non si riesce a colmare, il desiderio, per lei, non potrà che essere il bisogno dell’altro per sentirsi finalmente completa. Un’illusione che copre tante vite non vissute, dove il sacrificio delle proprie aspirazioni, si traveste d’amore.
Simona Marino, filosofa e politica femminista.
Al centro della sua riflessione ci sono le categorie di identità, differenza e relazione, con particolare attenzione alla soggettività femminile e ai temi della differenza sessuale.
È nata il 16 maggio 1951 a Napoli col nome di Simonetta, che usa soltanto nelle occasioni ufficiali, da padre militare di origini siciliane e piemontesi e da madre abruzzese di casata nobile. Cresce in una grande famiglia allargata trasferitasi a Napoli dopo la guerra.
Figlia ribelle e anticonformista, si scontra ben presto con il rigore imposto dall’attitudine militare del padre che, sovente afferma, è stato la causa primaria del suo femminismo.
Giovanissima, sposa un aspirante magistrato e, in barba alle convenzioni familiari, decide di andare a vivere in un quartiere periferico e degradato, fucina di grandi lotte e agitazioni, Scampia. Per seguire la carriera del marito, coinvolto nella lotta al terrorismo, vive per pochi anni a Milano, dove incontra la pratica che permea la sua esistenza, il femminismo.
Si laurea in Filosofia nel 1973, l’anno successivo vince l’assegno ministeriale presso la cattedra di Filosofia Morale di Aldo Masullo, all’Università Federico II di Napoli. Diventa, poi, professoressa di Filosofia Morale alla facoltà di psicologia nello stesso ateneo che ha visto dipanarsi tutto il suo percorso accademico, fino alla pensione.
Intanto, avviene l’incontro con l’uomo con cui condividerà la vita e gli ideali, il filosofo Giuseppe Ferraro. Insieme creano e seguono tanti importanti progetti culturali e sociali. Tra questi Filosofia Fuori le Mura, associazione che esporta fuori dalle aule la pratica filosofica per raggiungere le strade, le carceri, i bambini. In coppia scrivono libri, organizzano seminari, nutrono fucine di politica e cultura costituendo un importante punto di riferimento e partenza per varie generazioni di intellettuali e attivisti/e.
La ricerca di Simona Marino si è orientata nel tempo verso la filosofia critica postmoderna con particolare attenzione alle teorie femministe, ai Gender’s Studies e ai Postcolonial Studies, di cui è diventata un’esperta nel panorama culturale italiano e internazionale.
Tra le tante collaborazioni, fondamentale sarà l’incontro con Rosi Braidotti, quando dirigeva il Dipartimento di Women’s Studies dell’Università di Utrecht.
Nel 1995 ha co-fondato la casa editrice Filema che ha diretto fino alla chiusura, avvenuta nel 2014, curando la collana di filosofia e narrativa femminile. Tanti e importanti sono stati i volumi editati nei vent’anni di attività.
Riassumere in breve le numerose attività che hanno visto coinvolta Simona Marino, in cariche, convegni, incontri, seminari, comitati scientifici, è impresa ardua. Sicuramente, nel corso degli anni, nella sua intensa vita si sono incrociati e hanno camminato insieme lo studio, l’insegnamento e la pratica politica del movimento delle donne, di cui è tuttora un’esponente di spicco e grande punto di riferimento.
Nel 2013, è entrata nel Consiglio Comunale di Napoli come esponente di maggioranza nella giunta De Magistris. È diventata delegata del sindaco alle Pari Opportunità, carica rinnovatale anche nella seconda consiliatura con l’aggiunta della competenza sui centri antiviolenza.
Refrattaria a ogni forma di appartenenza esclusiva e partitica, ritiene che la politica sia un servizio a favore della comunità e in particolare dei soggetti che ne vivono ai margini, privati di diritti e dignità.
Irrefrenabile la sua abnegazione e impegno per il riconoscimento della dignità di ogni persona, il contrasto alla violenza di genere e all’omotransfobia. Convinta che per superare il divario e la violenza bisogni partire dall’educazione sentimentale interdisciplinare già dalle scuole primarie, negli anni, ha formato varie generazioni di insegnanti e psicologhe/i.
Simona Marino è una donna preziosa e necessaria, grande è il suo contributo alla narrazione e alle lotte di intere generazioni di femministe, dagli anni 80 a oggi.
Un grande esempio di cultura, determinazione, intelligenza e cura. La sua intera esistenza è pratica politica e femminista.
Una donna che mi ha insegnato tanto, importante punto di riferimento per me e per tante donne che hanno la fortuna di averla incontrata sul proprio cammino.
Accogliere la separatezza è compiere quel gesto comune di rendere passeggero ogni istante di eternità. Un gesto che scandisce il tempo della differenza come modo differente di percepire il tempo, a partire dal quale comprendere e dare senso alla vita e al suo trascorrere del senso che le spetta e che rende ogni momento unico e irripetibile.
#unadonnalgiorno