Sharon Olds, poeta statunitense che ha vinto il Premio Pulitzer nel 2013.
Insegna scrittura creativa alla New York University.
È stata Poeta Laureata di New York dal 1998 al 2000 e ricoperto la carica di Cancelliera dell’Academy of American Poets dal 2006 al 2012. Il suo lavoro è principalmente autobiografico, parla di matrimonio, maternità, intimità, della condizione femminile.
Le sue poesie compaiono in più di cento raccolte.
Sharon Olds è nata il 19 novembre 1942 a San Francisco, è cresciuta a Berkeley in una famiglia calvinista. Suo padre era un alcolizzato che spesso abusava dei figli, la madre, troppo succube per difenderli e difendersi. Vivevano in un rigido ambiente religioso in cui veniva impedito praticamente tutto, dall’andare al cinema al guardare la televisione, si è naturalmente rifugiata nella lettura per sfuggire, almeno con la mente, dall’ambiente pressante e censorio e abusante in cui viveva.
Si è laureata alla Stanford University nel 1964 e conseguito il dottorato di ricerca alla Columbia University.
Le sue poesie, dure, intime e personali in cui parlava della sua famiglia, di sesso e abusi, faticarono a trovare una collocazione.
Solo nel 1980 è uscita la sua prima raccolta, Satan Says, che ha ricevuto il San Francisco Poetry Center Award. Racconta della ribellione sua e di sua sorella una volta uscite dall’ambiente domestico, il loro bisogno di cancellare il ricordo della madre e di rifugiarsi nel sesso libero. È suddiviso in quattro sezioni: Figlia, Donna, Madre e Viaggi.
I morti e i vivi, pubblicato nel 1984, che ha ricevuto la Lamont Poetry Selection e il National Book Critics Circle Award è diviso in due sezioni: Poesie per i morti e Poesie per i vivi. Il suo sguardo da intimistico si volge alle sofferenze umane, scrive del genocidio armeno, della rivolta di Tulsa del 1921, del regno di Mohammad Reza Shah Pahlavi e anche della morte di Marilyn Monroe.
The Wellspring, del 1996, ritorna su un linguaggio crudo, sulla violenza domestica e politica e sui rapporti familiari. Della sua opera è stato detto che canta il corpo per raccontare l’oppressione politica.
Nel 2005, la First Lady Laura Bush l’aveva invitata al National Book Festival di Washington, la poeta ha rifiutato l’invito rispondendo con una lettera aperta pubblicata su The Nation in cui dichiarava di provare angoscia e vergogna per il regime di sangue, ferite e fuoco instaurato dalla presidenza Bush.
Con Stag’s Leap, del 2012, oltre ad aver vinto il Pulitzer è stata la prima donna a vincere il Premio TS Eliot.
Nel 2016 ha vinto anche il Wallace Stevens Award. Il cancelliere dell’Accademia dei poeti americani Mark Doty ha dichiarato:
“Con un coraggio incrollabile e una profonda intelligenza morale, con una fede incrollabile nella necessità di indagare sull’esperienza, Sharon Olds ha realizzato un’opera di notevole potenza. I ritmi incalzanti e le strutture abili delle sue poesie sono al servizio di un esame rigoroso della propria vita e di quella di coloro che le stanno intorno. Scrivendo con tale candore e chiarezza, ha concesso ai poeti più giovani, in particolare alle donne, il permesso di parlare. I suoi versi, nella loro evocazione del trauma o del desiderio, nel loro dolore, gioia e divertimento, hanno aperto nuove possibilità per la poesia nel nostro tempo. È una maestra americana e un tesoro nazionale».
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