So quanto è difficile imparare qualcosa di nuovo, ci vogliono molti lividi e cadute di sella, vieni sbattuta qua e là e sei tutta dolorante ma alla fine risali e riprendi le redini.
Sally Field è l’attrice statunitense che abbiamo tanto amato come protagonista di Fiori d’acciaio, come mamma di Forrest Gump, come la madre che cerca di garantire ai figli una vita regolare in Mrs. Dubtfire e anche come la straordinaria matriarca nella serie tv Brothers & Sisters.
Artista pluripremiata, ha vinto due Oscar, tre Emmy Awards, due Golden Globe, uno Screen Actors Guild Award, è stata migliore attrice al Festival di Cannes e ricevuto numerose altre nomination.
Nata a Pasadena il 6 novembre 1946, sua madre era l’attrice Margaret Morlan, suo fratello è il fisico e accademico Richard D. Field. I suoi genitori divorziarono quando aveva tre anni e la mamma sposò l’attore e stuntman Jock Mahoney che ha abusato di lei fino ai 14 anni, come ha raccontato soltanto moltissimi anni dopo, nella sua autobiografia In Pieces del 2018.
Ha avuto un’adolescenza traumatica e usato la recitazione come una forma di terapia.
Ha esordito sul grande schermo nel 1962 nel film Un tipo lunatico. La grande popolarità è arrivata grazie alla sitcom televisiva The Flying Nun del 1967.
Ha studiato all’Actors Studio con Lee Strasberg come insegnante di recitazione e suo mentore nel superare l’immagine televisiva della ragazza della porta accanto.
Nel 1979 ha trionfato come protagonista del film Norma Rae, che le valse il Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes, il Golden Globe e il premio Oscar alla miglior attrice protagonista. Nel 1981 è accanto a Paul Newman in Diritto di cronaca di Sydney Pollack.
Nel 1985 ha vinto il suo secondo Oscar e un secondo Golden Globe come miglior attrice per Le stagioni del cuore. Le fortunate interpretazioni successive per il cinema e la televisione le hanno fatto guadagnare, negli anni, stima e considerazione dalla critica e dal pubblico internazionale. Per il suo ruolo in Lincoln, diretto da Steven Spielberg nel 2012, ha ricevuto varie nomination come miglior attrice non protagonista, all’Oscar, Golden Globe, BAFTA e Screen Actors Guild Award.
Nel maggio 2014 le è stata dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles.
Nel 2005, le è stata diagnosticata l’osteoporosi, cosa che l’ha portata a creare una campagna di prevenzione e sensibilizzazione Rally with Sally for Bone Health.
Nello stesso anno, ha ricevuto il Golden Plate Award per il suo attivismo e contributo all’arte. Democratica e femminista, Sally Field ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Vital Voices Global Partnership, una ONG internazionale di donne.
Il suo attivismo alla causa Lgbtq+, le è valso il premio Ally for Equality della campagna per i diritti umani nel 2012.
Il 13 dicembre 2019 è stata arrestata a Washington mentre partecipava ai Fridays for Future, le proteste sul cambiamento climatico capeggiate da Jane Fonda.
La sua biografia In Pieces, scritta dopo la morte della madre, è diventata, suo malgrado, un modello da cui prendere esempio per sopravvivere alle molestie e violenze, in famiglia e nei luoghi di lavoro.
Normalmente non ama le confessioni, e nonostante la visibilità di una carriera lunghissima le riesce meglio parlare tramite i suoi personaggi che mettendosi in mostra.
La vita che ha rivelato è piena di ombre, abusi e crudeltà, ma è una storia illuminata dalla grazia e dalla dignità dell’autrice e dal suo desiderio di calarsi negli abissi delle emozioni, un desiderio più forte delle sue reticenze. Calandosi, con la recitazione, nelle storie e dolori di altre donne, è riuscita a esorcizzare i suoi demoni e attivarsi per realizzare un mondo migliore di come lo ha trovato.
#unadonnalgiorno