Dedico questa vittoria a tutti gli uomini e le donne che hanno dato la vita per difendere il mio Paese e alle donne, che possono attraversare le montagne se lo vogliono.
Sadaf Khadem, nata a Teheran il 23 giugno del 1995, è stata la prima iraniana a partecipare e vincere un incontro internazionale di boxe nell’aprile del 2019, in Francia.
Si è innamorata dello sport dopo aver visto un film dedicato alla pugile indiana Mari Khom, simbolo sportivo e sociale del variegato macrocosmo asiatico.
Per salire sul ring ha sfidato tutto quello che il suo paese le impone. Si è allenata di nascosto con l’ex pugile franco-iraniano Mahyar Monshipour che l’ha sempre invogliata e incoraggiata, pur sapendo di compiere un reato.
Questa scelta, unita alla decisione di non portare il velo durante i match, le ha cambiato per sempre la vita.
Quella che sarebbe dovuta essere una serata di gloria e festeggiamenti, dopo anni di sacrifici e sforzi, si è trasformata in un autentico incubo a occhi aperti.
Il suo governo ha emesso un mandato d’arresto per lei e per il suo allenatore.
La boxer, che ha disputato il match in shorts e canottiera, è stata accusata di non aver rispettato la norma che obbliga le donne a portare l’hijab, mentre il suo coach Mahyar, ex campione del mondo di boxe, è sospettato di presunta complicità.
Lei sa benissimo che il problema è che il suo paese d’origine non può tollerare che una donna faccia sport e si mostri in calzoncini a rappresentare lo stato. A nulla sono servite le mediazioni della ministra dello sport francese e del capo della Federazione pugilistica iraniana, che ha assicurato l’opinione pubblica internazionale sulla non veridicità delle accuse contenute nel “presunto” mandato d’arresto.
La pugile e il suo coach non sono ancora potuti rientrare nella capitale Teheran.
Nonostante le manchi infinitamente la sua patria, Sadaf Khadem a Parigi è cresciuta esponenzialmente da un punto di vista sportivo e professionale, ha ottenuto 11 vittorie in 13 incontri disputati e sogna di partecipare alle Olimpiadi di Parigi previste per il 2024.
Poco importa se dovrò rappresentare la nazionale francese o quella iraniana. La partecipazione alle Olimpiadi è il sogno di ogni atleta. Sarebbe una vittoria personale indimenticabile e unica. Lotto per un’ideale.
Sadaf Khadem non ha nessuna intenzione di fermarsi nella sua battaglia, dentro e fuori dal ring.
#unadonnalgiorno