Rosalie Fish corre per denunciare femminicidi e abusi sulle donne indigene.
Rosalie Fish è una giovane atleta statunitense nata a Auburn (Washington). Di origini native americane, appartiene alla tribù Cowlitz della riserva di Muckleshoot.
Studia allo Iowa Central Community College e corre per la squadra del suo istituto.
Dal suo ultimo anno di liceo ha iniziato una vasta campagna di sensibilizzazione sul problema delle donne indigene scomparse e uccise (Missing and Murdered Indigenous women – MMIW), una crisi umanitaria di proporzioni preoccupanti che coinvolge Canada e Stati Uniti.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, in alcune riserve le donne indigene subirebbero violenze sessuali e femminicidi con una probabilità di 2 e 10 volte superiore rispetto alla media nazionale. Da studi condotti, il 96% degli stupri avvengono per mano di uomini non nativi, raramente perseguitati.
In una gara organizzata nello stato di Washinton nel maggio 2019, Rosalie Fish si era dipinta sulla bocca l’impronta di una mano rossa, con le dita che si allargavano fino alle guance, e aveva scritto le lettere MMIW sulla sua gamba.
Un evidente esempio del fatto che l’atletica e lo sport, possono diventare un valido e potente strumento per veicolare messaggi sociali.
Ogni evento podistico, la giovane l’ha dedicato a una donna indigena assassinata nel suo paese, a cominciare da sua zia.
Rosalie Fish sta provando a fare la differenza, usa le manifestazioni sportive per attuare la sua protesta e veicolare il suo messaggio.
Più si parla dei suoi gesti e più la causa avrà rilievo. Onore a lei e a chi la imiterà!
#unadonnalgiorno