politicarivoluzionestoria

Rosa Luxemburg

Rosa Luxemburg politica e rivoluzionaria

Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene. 

Rosa Luxemburg, politica e rivoluzionaria, figura di spicco del comunismo europeo e mondiale.

Ha aggiornato le teorie marxiste, evidenziando l’importanza delle dinamiche internazionali alla base del sistema imperialistico. Fondamentale è stato il suo contributo teorico all’economia.

Ha giocato un ruolo chiave nella nascita del socialismo polacco e nella fondazione della Lega Spartachiana, poi diventata, nel 1919, il Partito Comunista di Germania di cui ha contribuito a scrivere lo statuto.

Nata il 5 marzo 1871 a Zamość, Polonia (all’epoca parte della Russia) in una  famiglia ebrea, aveva avuto problemi di salute fin dall’infanzia.

A soli quindici anni, nel 1884, era entrata a far parte del gruppo rivoluzionario clandestino “Proletariat”, di fronte alla repressione e al suo arresto imminente era fuggita a Zurigo, in Svizzera, importante centro del marxismo rivoluzionario dove risiedevano molti esuli. Lì ha continuato i suoi studi in filosofia, matematica, economia politica, scienze naturali e fondato, insieme a Léo Jogichès, il Partito della Socialdemocrazia del Regno di Polonia (SDKP), che in seguito divenne la Socialdemocrazia del Regno di Polonia e Lituania (SDKPiL).

Il suo grande progetto, cambiare un mondo in cui il capitalismo imperialista minacciava il pianeta, l’ha sempre spinta all’azione. Ha lasciato la Svizzera per andare in Germania, nel 1897, dove il Partito Socialdemocratico era potente, convinta che da lì sarebbe partita la rivoluzione.

Per ottenere la cittadinanza tedesca, aveva contratto un matrimonio fittizio.
A Berlino ha continuato la sua battaglia auspicando un ritorno all’originale pensiero di Karl Marx.

Ha militato nel Partito Socialdemocratico Tedesco e scritto numerosi articoli di analisi in giornali e riviste, sottolineando, in anticipo, le preoccupanti tendenze militariste e imperialiste che prendevano piede in Germania. 

Era tornata clandestinamente in Polonia, a Varsavia, per partecipare alla rivoluzione russa (abortita) del 1905 e a quella tedesca del 1918; ha fatto parte del consiglio direttivo della Seconda Internazionale.

Ha insegnato economia politica alla scuola del Partito socialdemocratico tedesco dal 1907 al 1914, Mescolando teoria e pratica, si prodigava in viaggi di propaganda partecipando a molti incontri pubblici. Oratrice di grande talento, rigorosa, intransigente, radicale e autentica, affascinava le folle imponendosi in un mondo al maschile.

Internazionalista e pacifista, alla vigilia della prima guerra mondiale, ha tenuto conferenze per incitare la fratellanza tra i popoli. Il suo impegno antimilitarista l’ha portata in carcere per aver incitato i soldati alla disobbedienza. È stata imprigionata per quasi tutta la guerra ma non ha mai smesso di scrivere libri e articoli che faceva uscire di nascosto.

Le sue teorie sull’attività di massa rivoluzionaria sono state elaborate, nel 1906, nel libro Lo sciopero, il partito e i sindacati.

Considerava lo sciopero di massa come lo strumento più importante, per arrivare al socialismo. Sosteneva che solo i lavoratori avrebbero potuto spingere la rivoluzione in avanti. Contrariamente a Lenin, non si soffermava su una struttura partitica rigida e basata su un’avanguardia di rivoluzionari di professione, reputando che un’organizzazione sarebbe emersa in modo naturale dalla lotta.

Ha elaborato le teorie di Marx in chiave umanitaria e democratica, senza mai smettere di credere fermamente che l’unico modo per ottenere il socialismo internazionale fosse la rivoluzione di massa.

Il suo testo più importante è stato L’accumulazione del capitale del 1913, analisi economica sull’imperialismo, interpretato come il risultato dell’espansione del capitalismo verso le aree meno sviluppate del mondo.

Spostandosi sempre più a sinistra, svolgeva un’incessante attività di agitazione popolare che l’aveva portata in polemica con i principali leader dello SPD, contrari a un’eccessiva radicalizzazione in senso rivoluzionario.

Riteneva che l’obiettivo del capitalismo non sarebbe mai stato raggiunto, perché nella sua ultima fase avrebbe esasperato a tal punto l’antagonismo fra le classi sociali da rendere inevitabile la rivoluzione proletaria mondiale e il passaggio a un’economia di tipo socialista.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale si è dissociata dal partito socialdemocratico che aveva appoggiato le scelte belliche del governo tedesco e, nel 1916, con Karl Liebknecht, ha fondato la Lega Spartachista che puntava a porre fine al conflitto attraverso la rivoluzione e al governo del proletariato.

Alla base degli ideali dell’organizzazione c’era un suo libello polemico pubblicato in Svizzera nel 1916, scritto dal carcere sotto lo pseudonimo di Junius: La crisi della socialdemocrazia. In quest’analisi del movimento socialista, sosteneva la necessità di un rovesciamento del regime e la formazione di una nuova internazionale.

Dopo la rivoluzione russa del 1917, di cui ha appreso mentre era detenuta, ha partecipato attivamente agli eventi che portarono all’abdicazione dell’imperatore tedesco nel novembre 1918.
In condizioni di salute precarie ha guidato il giornale spartachista Rote Fahne. Ricercata dal governo repubblicano, cambiava nascondiglio ogni notte.
Durante l’insurrezione armata contro la Repubblica di Weimar, appena costituita, venne catturata dai Freikorps, ex soldati dell’esercito imperiale, e fucilata a Berlino il 15 gennaio del 1919, aveva 48 anni. Il suo corpo venne gettato in un canale.

Fino all’ultimo momento Rosa Luxemburg è stata una combattente incrollabile, icona rivoluzionaria, ha rinunciato a tutto per inseguire i suoi ideali.

Ora è sparita anche la Rosa rossa.

Dov’è sepolta non si sa.

Siccome disse ai poveri la verità

I ricchi l’hanno spedita nell’aldilà.

(Bertolt Brecht, Epitaffio, 1919)

 

 

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