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Roberta Cowell

Roberta Cowell

È più facile cambiare un corpo che una mente.

Roberta Cowell è stata la prima donna transgender legalmente riconosciuta in Gran Bretagna.

Si è sottoposta a un intervento di riassegnazione di genere nel 1948.

Erede di una famiglia in vista, ingegnere, militare, pilota dell’aviazione inglese, eroe di guerra, campione di auto da corsa, era stata marito e padre prima di trovare il coraggio e la forza di sfidare le norme sociali e vivere la sua verità.

Nata col nome di Robert Marshall Cowell a Croydon, l’8 aprile 1918, suo padre era un famoso chirurgo. Aveva ricevuto un’educazione tipica di una famiglia della classe medio-alta, severa, religiosa e spietata.

La passione per i motori era nata fin da piccolo, si intrufolava nei box del circuito di Brooklands e spiava il lavoro dei meccanici.

Nel 1939, da pilota automobilistico, aveva gareggiato nel Gran Premio di Anversa e vinto il Lands’ End Trial all’età di 18 anni.

Si era laureato in ingegneria alla London University, dove aveva conosciuto Diana Carpenter, sua collega che aveva sposato nel 1941. Insieme ebbero due figlie, Anne e Diana.

Durante la seconda guerra mondiale divenne aviatore per la RAF, pilotava aerei da caccia come i Tiger Moth e Spitfire e ha partecipato a diverse azioni di guerra.

Nel 1944, in Germania, il suo aereo venne abbattuto, catturato e rinchiuso nel campo di concentramento Stalag Luft I, passava il tempo insegnando ai prigionieri elementi di ingegneria automobilistica. Vennero liberati dall’Armata Rossa il 30 aprile 1945.

Tornato alle corse competitive dopo il conflitto, aveva fondato la Cowell, Whittet & Co, Lightwater, un’azienda che progettava e costruiva automobili. Ma non era quella la vita che desiderava.

Nel 1948 aveva lasciato la moglie che non gli aveva più permesso di vedere le figlie e iniziato a prendere ormoni, fino ad arrivare a sottoporsi a un intervento che le ha permesso di cambiare ufficialmente il sesso anche sul suo certificato di nascita. Così è diventata Roberta Elizabeth Marshall Cowell.

Dopo la transizione, le sue attività imprenditoriali subirono una battuta d’arresto e aveva cominciato a vendere la sua immagine alle riviste di gossip.

La sua storia venne resa nota nel marzo 1954, pubblicata sul Picture Post insieme alla sua autobiografia.

Il 13 aprile 1954 è stata la prima donna transgender sulla copertina di una rivista italiana, Oggi.

Ha continuato a gareggiare fino agli anni Settanta.

Ha rilasciato la sua ultima intervista nel 1972 prima di ritirarsi completamente dalla vita pubblica e smettere di far parlare di sé.

Si è spenta a Hampton, l’11 ottobre 2011, in un misero appartamento dove aveva vissuto i suoi ultimi anni, completamente isolata e dimenticata.
Le sue due figlie, che non lo vedevano dal 1948, hanno appreso della sua morte dal giornale The Independent, due anni dopo.
Questa donna coraggiosa e appassionata, che ha condotto una delle vite più straordinarie del Ventesimo secolo, che ha corso, vinto, volato, sognato, osato fare cose ai tempi inimmaginabili, è finita sola e dimenticata in una casa di periferia.

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