Rasuna Said è stata una figura chiave nella lotta per l’indipendenza dell’Indonesia contro i colonizzatori olandesi.
Militava nella Sarekat Rakjat (l’Unione del Popolo) a Sumatra occidentale. Attiva politicamente già da giovanissima, poco più che ventenne aveva fondato un partito politico, l’Associazione Musulmana Indonesiana (PERMI).
La sua sfida alle autorità coloniali olandesi le è valsa il soprannome di Leonessa.
Oratrice straordinaria, aveva grande influenza sulla popolazione, i suoi discorsi infuocati venivano spesso interrotti dall’esercito; nel 1932 è stata tenuta in prigione per 14 mesi a causa delle sue critiche sull’ingiustizia durante l’era coloniale olandese
Nel 1942, dopo l’invasione dell’arcipelago, Rasuna Said si unì a un’organizzazione filo-giapponese per continuare la sua lotta per l’indipendenza del suo paese.
Dopo che i giapponesi furono sconfitti, nel 1945, gli olandesi tornarono per cercare di imporre la loro autorità, inizialmente con l’aiuto britannico, e iniziò un brutale conflitto armato e diplomatico di quattro anni. I quattro anni di lotta videro sporadici ma sanguinosi conflitti armati, sconvolgimenti politici e rivolte interne, e due grandi interventi diplomatici di rilevanza internazionale.
Nel 1949, con il Trattato dell’Aja, gli olandesi riconobbero la sovranità indonesiana. Cambiò radicalmente il meccanismo delle caste su base etnica e si limitò il potere dei sovrani locali.
Dopo l’indipendenza, Rasuna Said fu nel Consiglio di Rappresentanza di Sumatra. Nel 1959 fece parte del Consiglio Consultivo Nazionale Indonesiano, posizione che mantenne fino alla sua morte a Jakarta, nel 1965.
Si è impegnata molto per la parità tra uomini e donne.
È stata dichiarata eroina nazionale dal presidente Soeharto nel 1974.
È sepolta nel cimitero degli eroi a Jakarta.
Il nome di Rasuna Said viene ricordato in una delle strade principali della capitale.
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