Rahma Maccarone è scrittrice e ricercatrice somalo-italiana, candidata al Dottorato in Studi Culturali e Africani presso l’Università di Georgetown.
Studia le questioni di razza, identità e genere nelle storie degli Afro-musulmani portati negli USA, nei Caraibi e America del Sud nel diciottesimo e diciannovesimo secolo.
Rahma Maccarone è nata a Milano e cresciuta a Mogadiscio. Le ricche narrazioni orali che ha ascoltato, i racconti di vita quotidiana, di eroine e eroi di guerra, hanno guidato il suo desiderio di scoprire storie spesso non raccontate di individui schiavizzati nelle Americhe.
Esploro la letteratura scritta dagli schiavi e schiave africani/e nell’Atlantico nero e come la parola scritta di questi autori e autrici non solo ha resistito alle più grandi forze sistematiche dell’oppressione, ma ha anche prodotto una ricca storia culturale e ha dato loro il controllo della propria vita nonostante fossero in schiavitù.
Rahma Maccarone spera di rivelare intuizioni inesplorate nei contributi storici e politici riguardo alla percezione della schiavitù, al discorso dell’abolizione e alla formazione culturale di individui di origini africane.
L’apprendimento di lingue diverse mi ha aiutato a capire la grandezza del mondo, la posizione che occupo e la complessità della mia identità multiculturale. L’atto di narrazione crea uno spazio significativo e un’esperienza che apre il mio cuore e la mia mente in maniera inimmaginabile.
Ha scritto un’impressionante tesi di master sulle narrazioni di schiavi cubani e nordamericani con un approccio interculturale e multilingue, campo in cui c’è ancora molto lavoro importante da fare.
Rahma Maccarone ha l’ambizione di aprire una scuola di formazione per insegnanti in Somalia.
Credo nel potere dell’educazione e nelle opportunità che cambiano la vita che presenta. Vorrei tornare a casa e utilizzare tutto ciò che ho imparato per sollevare donne e bambini in Somalia, offrendo loro l’opportunità di vedere un futuro più luminoso.
Molto bello il suo recente Poema al razzismo.
Il razzismo è un cancro,
che fa marcire l’anima dell’umanità,
Il razzismo uccide tutto,
È il cancro di tutte le società,
Il parassita più feroce che tiene in ostaggio,
tutta l’umanità
Frantuma l’anima e uccide l’essere
Dall’essere
Dall’esistere…
per questo,
bisogna…re-sistere, sister,
Esistere,
per resistere.
Resistere
per esistere…
Il razzismo è marcio,
si alimenta dell’odio per “l’altro”
Certo, è vecchissimo.
È da secoli che esiste,
e persiste,
anche se l’idea è una costruzione sociale
che serve per giustificare,
la nostra innata superiorità.
Come altro, se no, potevamo Noi,
nascondere la nostra inferiorità?
Noi, esseri così civili e avanzati dell’occidente,
che per ben 400 anni,
abbiamo schiavizzato il negro, con la g in mezzo
Ci stava proprio sulla gola!
Noi che per ben 400 anni,
abbiamo schiavizzato “l’altro”
abbiamo succhiato come delle sanguisughe,
tutto il sangue di quest’altro,
arricchendoci del loro schifoso sudore,
costruendo città intere…
case bianche, tinte di nero,
E ingrassando con i loro frutti e tecnologie.
Stuprando l’Africa, però
Abbiamo stuprato nostra madre
-Pacha Mama
-Mama Africa.
Saccheggiandola,
abbiamo rubato a noi stessi la capacità di amare,
Violandola,
l’abbiamo messa incinta
E adesso noi, bastardi,
li dobbiamo raccogliere,
i frutti del nostro duro lavoro.
Dobbiamo guardarci allo specchio
Per vedere chi è quest’altro, macchiato di nero o sporco di bianco?
Dobbiamo scoprire che quest’altro siamo noi stessi.
Perché, per troppo tempo, abbiamo:
Catturato
Affogato
Stuprato
Stuprato
Stuprato
Stuprato
Stuprato
Strangolato
Impiccato
Impiccato
Impiccato
Negato
Umiliato
Alienato
Schiacciato
Bruciato
Cacciato
Legato,
Assassinato
Calciato
Picchiato
Invisibilizzato sempre, e infine
messo sotto il nostro ginocchio
asfissiandolo per 8 lunghissimi minuti.
Possiate voi tutti, fratelli e sorelle, riposare in pace.
#unadonnalgiorno