Per 20 anni mi sono firmata al maschile, “il giudice”, pur essendo una donna; per 20 anni non me ne sono accorta, mi sembrava normale.
Un giorno mi sono chiesta perché mi facessi uomo solo nel firmare le sentenze, ho indossato le lenti di genere e ho utilizzato orgogliosamente il mio articolo determinativo femminile.
La mia piccola rivoluzione ha fatto sì che in ogni udienza dovessi spiegare a qualcuno la ragione di quel femminile che appariva eccentrico e fuori luogo perché, mi dicevano, l’istituzione è neutra.
E no, questo è l’ennesimo trucco: le donne sono state escluse dalla magistratura fino al 1963 solo perché donne.
Questo vuol dire che la nostra, come qualsiasi altra, non è affatto un’istituzione neutra, è un’istituzione che vede benissimo la differenza tra maschile e femminile tanto da essere stata appannaggio solo degli uomini fino al 1963.
Paola Di Nicola, giudice del tribunale di Roma.