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Porpora Marcasciano, la Favolosa

Porpora Marcasciano attivista transfemminista

Porpora Marcasciano, figura simbolo del transfemminismo italiano è sociologa, attivista per i diritti umani e presidente onoraria del Movimento Identità Transessuale di cui ha contribuito a fare la storia.

Per le tante battaglie portate avanti ha ricevuto il riconoscimento dell’ONU che, nel 2021, l’ha inserita nella lista delle 7 principali attiviste trans nel mondo. Già premiata da Amnesty International, da ottobre 2021 è Consigliera Comunale a Bologna e Presidente della Commissione Parità e Pari Opportunità.

Nata a San Bartolomeo in Galdo, paesino in provincia di Benevento il 15 settembre 1957, ha studiato prima a Napoli e poi alla Sapienza di Roma.  Protagonista e testimone dell’impegno del movimento Lgbtqi+, dalla fine degli anni ’70, ha portato su un piano politico le istanze del movimento trans.

A Bologna, nel 1982, è stata protagonista della presa del Cassero, per la prima volta un’amministrazione comunale ha assegnato una sede a persone omosessuali.

Il suo attivismo è diventato anche letteratura. Ha pubblicato diversi libri in cui ha dato voce a figure trans straordinarie e fornito elementi di critica fondamentali nell’ottica di un rinnovamento della teoria di genere e del femminismo.

Tra le rose e le viole, AntoloGaia e L’aurora delle trans cattive, tra le sue più importanti pubblicazioni.

Porpora Marcasciano non ha mai smesso di lottare per il suo coraggio di esistere, di amare e credere nella poesia. Il suo essere al mondo, la sua vita sono un atto politico e di grande impegno sociale e civile. È anche protagonista di un documentario Round trip – Andata e ritorno e recentemente del docufilm Porpora un road movie che ripercorre le tappe più importanti della sua storia.

I suoi libri sono la biografia del movimento per la liberazione sessuale.

Nel ’73 smisi di vergognarmi e compresi che quanto mi avevano insegnato non era vero: gli indiani non erano cattivi, i comunisti non erano cannibali, gli anarchici non erano assassini e gli omosessuali non erano mostri, mentre gli stronzi che vorrebbero fartelo credere sono invece autentici: stronzi, veramente stronzi“.

In AntoloGaia, viene descritta la galassia dei movimenti di liberazione sessuale del 1977 che ha conosciuto da protagonista, nell’Aurora delle trans cattive ha raccontato la rivoluzione che avveniva dentro di sé, nel suo corpo e nei suoi desideri, il percorso che da frocia politicizzata l’ha portata a diventare la favolosa creatura che è e che ha sempre sentito di essere.

Una lettura necessaria per uscire dalle semplificazioni tipiche della cultura dominante e dei mezzi di comunicazione quando si descrivono le persone trans.

La sua esperienza, politica e rivoluzionaria, nasce da un atto di ribellione oltre che di amore di sé.

Nell’Aurora delle trans cattive si descrive, con tenerezza e partecipazione, la vita indolente e precaria di tante storiche trans romane tra gli anni settanta e ottanta. Una Roma sparita, sterminata da eroina, aids e, più recentemente, da un’epidemia nuova: quella dell’omologazione e normalizzazione.

Nel titolo del libro le trans sono cattive perché la loro stessa esistenza è un atto sovversivo e bollato come criminale.

È stata anche imprigionata a Regina Coeli il 19 novembre 1981, all’uscita da un corso universitario si è trovata per caso in una retata dell’allora buoncostume. Ha passato tre giorni e tre notti in cella a chiedersi quale fosse il suo crimine.

Il solo fatto di essere uscita di casa truccata, per la legge italiana, significava adescamento, atto osceno in luogo pubblico.

Sei mesi più tardi, il 14 aprile 1982, sarebbe stata finalmente approvata la legge 164 che sanciva il riconoscimento giuridico dell’entità transessuale.

L’aurora delle trans cattive restituisce dignità e identità alle pioniere sconosciute della transessualità in Italia: persone morte senza neanche avere il loro vero nome sulla tomba, morte nel silenzio e nella vergogna di famiglie che ne avevano rimosso l’esistenza. La ricchezza e complessità della sua esperienza trans ha un significato profondo di autocoscienza e di libertà.

Il racconto e la vita di Porpora Marcasciano ci insegnano che il riconoscimento e la liberazione delle persone trans è un traguardo per tutti e tutte, ovunque ci si posizioni nello spettro dei generi e delle sessualità.

La sua narrazione è politica, ha ribaltato i paradigmi, ha dato voce e evidenza e reso protagoniste, delle persone che fino a quel momento non ne avevano, ma era anzi il mondo a parlare di loro e a giudicarle.

Con la sua vita, con le sue parole, col suo esempio, contribuisce a creare un mondo più equo e possibile.

Ha portato e continua a portare avanti le istanze di persone che non hanno mai avuto ascolto alla luce del giorno, persone ai margini, incomprese e stigmatizzate.

Il suo favoloso contributo è necessario alla nostra società per contribuire alla creazione di quella futura.

E come ella stessa spesso ribadisce: la rivoluzione si fa con il sorriso e un mondo in cui si è felici è un mondo migliore.

#unadonnalgiorno

 

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