Non volevo essere la prima, volevo soltanto fare il mio lavoro e essere d’aiuto all’umanità.
Patricia Bath, oftalmologa, inventrice e filantropa, ha ideato e costruito il primo dispositivo laser per rimuovere la cataratta.
Superando diffidenza, segregazione, razzismo e sessismo, è stata la prima afroamericana a specializzarsi in oftalmologia, la prima a ricevere un brevetto medico e la prima a diventare docente del Dipartimento di Oftalmologia del Jules Stein Eye Institute dell’UCLA.
Pioniera della chirurgia laser della cataratta, ha fondato l’American Institute for the Prevention of Blindness, l’Istituto americano per la prevenzione della cecità.
Patricia Era Bath nacque il 4 novembre 1942 a Harlem, New York. Suo padre, immigrato da Trinidad, fu il primo macchinista nero della metropolitana di New York, sua madre, che discendeva da schiavi africani e nativi americani Cherokee, diede un’enorme importanza alla formazione scolastica dei figli.
Sin da piccolissima era appassionata di scienze e biologia, nel 1959, fu scelta tra studenti provenienti da tutto il Paese per un seminario estivo di ricerca sul cancro, sponsorizzato dalla National Science Foundation in cui brillò particolarmente per i suoi studi che furono inseriti in un documento scientifico presentato al Quinto Congresso Internazionale di Nutrizione nell’autunno del 1960.
La pubblicità che seguì alle sue scoperte le valse il Merit Award della rivista Mademoiselle nel 1960.
Allieva modello, si diplomò in soli due anni, conseguì una laurea in chimica e fisica nel 1964 presso l’Hunter College seguita da una laurea con lode in Medicina all’Howard University nel 1968. L’anno successivo ottenne una borsa di studio in oftamologia presso la Columbia University.
Alla fine degli anni Sessanta, durante i periodi di specializzazione alla Columbia e all’Harlem Hospital, la scienziata si accorse che i pazienti di colore erano molto più inclini alla cecità rispetto a quelli bianchi e scoprì che la disparità era dovuta alla mancanza di accesso alle cure. Si inventò, così, una nuova disciplina, oggi operativa in tutto il mondo: l’oftalmologia comunitaria.
Mostrando i risultati della ricerca ai suoi docenti li convinse a praticare interventi oftalmologici chirurgici gratuiti all’Harlem Hospital, offrendosi come assistente chirurga. Completò la specializzazione in oftalmologia e trapianto della cornea alla Columbia nel 1970 e nel 1973 terminò la sua formazione alla New York University, prima afroamericana a specializzarsi in materia.
Trasferitasi a Los Angeles divenne la prima donna a dirigere il Dipartimento di Oftalmologia dell’UCLA Stein Eye Institute.
Nel 1977 è stata cofondatrice dell’American Institute for the Prevention of Bilndness (AIPB), senza scopo di lucro.
Nel 1983 venne nominata presidente del programma di specializzazione in oftalmologia alla Drew University, prima donna negli Stati Uniti a ricoprire questa carica. Fu lì che praticò il primo moderno impianto chirurgico della cataratta.
I brillanti risultati raggiunti furono pubblicati nel 1986 nel Journal of Cataract and Refractive Surgery e Patricia Bath fu invitata a conferenze in tutto il mondo.
Dal 1988 al 1993 ha portato avanti la sua ricerca sulla prevenzione della cecità e delle nuove tecnologie chirurgiche nei centri più prestigiosi del pianeta.
Ha scritto oltre 100 articoli scientifici e pubblicato libri oftalmologici a diffusione mondiale.
Nel 1979 propose e introdusse l’oftalmologia comunitaria come una nuova disciplina medica nel programma dell’AIPB.
Nel 1996, a Ginevra, all’incontro dell’UNICEF la sua associazione presentò l’iniziativa “InSight 2001: provvedere a fornire collirio gratuito ai bambini di tutto il mondo per la prevenzione della cecità.”
Nel 1981 ha inventato il Laserphaco Probe, il laser per la rimozione della cataratta che la vaporizza rapidamente e in modo quasi indolore permettendo il facile inserimento del nuovo cristallino. Ne ottenne il brevetto nel 1988. Con il tempo, ha migliorato la sua tecnica e il suo strumento che è ancora oggi il più utilizzato in oftalmologia a livello internazionale.
Per tutto il resto della sua vita ha continuato a contribuire alla lotta contro la cecità e a sostenere la telemedicina per fornire servizi medici in aree in cui l’assistenza medica era limitata.
Ha ricevuto premi e riconoscimenti da numerosi college e università internazionali.
È morta di cancro il 30 maggio 2019 a San Francisco.
Odio, segregazione, razzismo, sono rumori che devi ignorare tenendo fissa l’attenzione all’obiettivo come ha detto Martin Luther King. Ed è esattamente quello che ho fatto.
Patricia Bath è stata una donna straordinaria, con un padre macchinista e una madre cameriera è riuscita a brillare negli studi scientifici in un periodo in cui venivano preclusi alla maggior parte delle donne, figuriamoci a quelle nere. Non ha mai dimenticato da dove veniva e per questo si è sempre spesa affinché le sue cure potessero raggiungere il più gran numero di persone possibile.
La sua conoscenza e ricerca sono state messe al servizio della comunità, di tutte le comunità.
Una donna e una scienziata da ricordare.
#unadonnalgiorno