Panmela Castro, alias Anarkia Boladona, è una street artist brasiliana. Chiamata anche la Regina dei graffiti.
Nata a Rio de Janeiro il 26 Giugno 1981, vive nella periferia nord della città. Laureata in Belle Arti ha conseguito un Master in Processi artistici contemporanei.
Nel 2006 collabora con l’organizzazione With cause per promuovere i diritti delle donne e combattere la violenza domestica. Nello stesso anno fonda Rede Nami, organizzazione di artiste che combattono unite contro la violenza e i soprusi. Si battono per la libertà d’espressione e l’uguaglianza di genere attraverso le loro opere di street-art, informando e educando i bassifondi brasiliani e di tutto il mondo.
Collabora con numerosissime organizzazioni internazionali per i diritti delle donne e le politiche sociali tra cui L’OAS, la Nike Company e la Fondazione Rosa Luxemburg. Le sue opere si possono ammirare in molti paesi del mondo: Cile, Bolivia, Brasile, Inghilterra, Canada, Colombia, Repubblica Ceca, Israele, Austria, Turchia, Norvegia.
Ha esposto al Museo della Cultura brasiliana e al Rosário Contemporary Art Museum, è presente nella collezione permanente dell’Inter-American Development Bank a Washington e alla Camera dei Rappresentanti a Brasilia.
La sua arte è principalmente linguaggio educativo a uso sociale.
È impegnata in un grande progetto che riguarda la costruzione di una fitta rete di centri per l’impegno sociale soprattutto nelle zone ai margini delle società. Centri d’ascolto e laboratori dove le donne possono imparare qualsiasi forma d’arte e, contemporaneamente, essere informate, aiutate e seguite in caso di bisogno o richiesta d’aiuto. Luoghi in cui viene insegnata la consapevolezza di sé, il valore e la dignità.
Pamela Castro utilizza i graffiti per legare l’arte al paesaggio urbano. Corpo, sessualità e soggettività femminile sono i temi che danno vita a volti di donne attraverso esplosioni di colore con l’intento di sensibilizzare la popolazione a concepire come violazione dei diritti umani l’abuso fisico.
Attraverso l’arte viene data alle donne una voce che in molti ambienti non è normalmente concessa.
L’invito ad amare la città piena di colori e arte (in contrasto ai numerosi rischi) è parallelo a quello della denuncia degli abusi, di cui ella stessa è stata vittima. Il suo attivismo è stato visto globalmente attraverso i muri delle città brasiliane su cui ha scritto ”Ligue 180” per far conoscere la legge Maria de Pehna del 2006 contro la violenza sulle donne. Il fine ultimo della sua ricerca artistica è la libertà per il genere femminile che celebra in tutte le sue forme. Questa volontà è stata riconosciuta dall’organizzazione Vital Voices fondata da Hillary Clinton.
Nel 2012, per il suo attivismo contro la violenza di genere, è stata candidata tra le 150 donne dell’anno per Newsweek e le è stato conferito un premio dalla fondazione Diller che promuove le organizzazioni no-profit. Il Premio Hutuz l’ha nominata artista dell’anno e del decennio (rispettivamente nel 2007 e 2009).
Le sue mostre fanno il giro del mondo attraverso le numerosissime fotografie che vengono costantemente postate sui social. L’ultima è Femme Maison, concentrata sul colore rosa e sulla sensualità del corpo femminile che sempre deve essere rispettato, dagli altri e da se stesse.
C’è purtroppo ancora bisogno di ricordare che a livello mondiale, ogni giorno muoiono 15 donne per mano maschile, ogni 11 minuti una donna è vittima di violenza e almeno una su tre è stata, o sarà, olocausto di una qualsiasi forma di soperchieria nell’arco della sua vita.
Panmela Castro attraverso la sua arte e il suo messaggio, ha il sogno di abolire questi numeri e vivere in un mondo le donne non debbano difendersi dai soprusi e prevaricazioni dell’altro sesso.
#unadonnalgiorno