Ragazze, non abbiate paura: siate consapevoli della situazione in cui vivete, non cadete negli stereotipi in cui la società vuole inserirvi, fate sentire la vostra voce.
ORLAN è un’artista femminista francese che plasma chirurgicamente il proprio corpo come una materia per analizzare e contestare “l’ideale” di bellezza.
È, senza ombra di dubbio, la più importante protagonista dell’arte post-organica o post-umana.
Di lei è stato detto che “combinando insieme l’iconografia barocca, la tecnologia medica e informatica, il teatro e le reti di comunicazione di massa, il suo lavoro sfida la concezione tradizionale di bellezza e il concetto occidentale di identità e alterità“.
Rivendica la possibilità di riprogettarsi oltre le imposizioni restrittive del controllo legale per scatenare la riflessione sugli orizzonti di cambiamento del mondo contemporaneo.
L’approccio di ORLAN all’arte è multimediale, cross-materiale, ultracutaneo.
Tende a creare e ricreare se stessa, ‘per avvicinarsi all’idea che ha di sé con una sorta di fantasia di autocreazione che vuole separare il corpo dall’idea di natura.
Nata con il nome di Mireille Suzanne Francette Porte il 30 maggio 1947 a Saint-Etienne, ha iniziato le sue prime performance nel 1964. Inizialmente misurava gli spazi cittadini con il suo corpo, facendosi trascinare per terra e l’unità di misura che aveva inventato era, appunto, l’orlan.
La sua prima performance chirurgica risale al 1978, un’operazione d’urgenza metodicamente filmata in video.
Dal 1978 al 1982 ha organizzato l’International Symposium of Performance di Lione. Nel 1984 è diventata docente della Scuola Nazionale di Belle Arti di Digione.
Nel 1982 ha fondato Art-Accès, la prima rivista d’arte contemporanea presente su Minitel, la rete telematica nazionale francese.
Fra il 1990 e il 1993 ha organizzato e messo in scena una serie di operazioni chirurgiche dal titolo The Reincarnation of Saint ORLAN e Image/New Image, per scolpirsi e costruire una nuova immagine attaccando le maschere dell’innato e mettendo in discussione le nozioni di bellezza.
Tra le altre cose, si è fatta apporre due impianti di silicone al lato della fronte che ricordano delle corna con l’intento di criticare, smantellare e distruggere i canoni estetici tradizionali. Per performare la chirurgia estetica in un modo tale da non raggiungere la bellezza.
Fra le sue opere in commercio vi sono anche le videocassette delle riprese delle operazioni subite e i suoi reperti organici inseriti in reliquiari di varie dimensioni.
Nel 1998 ha fatto un lavoro costituito da immagini digitali e installazioni video interattive che partivano dalle trasformazioni del corpo presso i Maya e gli Olmechi.
Le sue performance sono state sostenute anche dal Ministero Francese della Cultura e da quello degli Affari Esteri.
Le sue opere sono ospitate in collezioni private e pubbliche come il Centro Pompidou, Los Angeles County Museum of Art e il Getty Museum.
Nel 2003 ha ricevuto il titolo di Cavaliera dell’Ordine delle arti e delle Lettere dal Ministro della Cultura francese e nel 2010 è diventata Cavaliera al Merito dell’Ordine Nazionale.
ORLAN è un’artista che interroga il suo tempo e indaga sui fenomeni sociali. Lavora con la tecnologia digitale, con le biotecnologie (sculture create con le sue cellule e il suo microbiota) e con tecnologie mediche e chirurgiche, come nel caso delle operazioni.
Nel suo Manifesto della Carnal Art, sostiene che. a differenza della Body Art, non concepisce il dolore come redentore o fonte di purificazione. Non è interessata al risultato ma al processo di intervento chirurgico, allo spettacolo del corpo modificato che diventa luogo di un dibattito pubblico.
Mette in discussione il concetto classico di bellezza, che ritiene una questione di ideologia dominante tipica di ogni determinato periodo storico e di ogni contesto geografico specifico.
Il suo lavora vuole analizzare il ruolo del corpo nella società muovendo una critica verso tutte quelle pressioni culturali tradizionali, politiche e religiose, che s’imprimono nei corpi e in particolare in quello delle donne.
#unadonnalgiorno