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Olympe de Gouges. Dichiarazione dei diritti della Donna e della Cittadina

Olympe de Gouges scrittrice

Uomo, sei capace d’essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi: chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il creatore nella sua saggezza; scorri la natura in tutta la sua grandezza, di cui tu sembri volerti raffrontare, e dammi, se hai il coraggio, l’esempio di questo tirannico potere. Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia organizzata.

Olympe de Gouges, scrittrice, pensatrice e autrice della Dichiarazione dei diritti della Donna e della Cittadina, affascinante figura poco ricordata nella storia. Pioniera dei diritti delle donne, fu contro le ingiustizie, la schiavitù e i soprusi, prima e durante la Rivoluzione Francese. Venne giustiziata per non aver smesso di scrivere e ribellarsi anche di fronte alla minaccia della ghigliottina.

Olympe de Gouges (1748-1793) era nata Marie Gouze a Montauban, in una famiglia modesta, padre macellaio e madre domestica, forse figlia illegittima di un marchese. A sedici anni sposò un ufficiale dell’Intendant, dal matrimonio nascerà un figlio, Pierre. Appena diciottenne, si ritrovò vedova e si trasferì a Parigi.

Non tollerando l’ignoranza in cui la sua condizione di donna la costringeva, iniziò frequentava i circoli letterari più attivi, partecipando attivamente alla discussione filosofica promossa dall’Illuminismo. Iniziò a scrivere per diffondere le sue idee così diverse e innovative rispetto all’epoca in cui viveva.

Nel corso della sua vita, durata solo 45 anni, ha firmato 29 romanzi e scritti vari, 71 pièce teatrali, 70 fra libelli rivoluzionari e articoli. 

Nel 1789 aveva pubblicato un articolo sul «Journal de la Société» Sull’ammissione delle donne al diritto di cittadinanza. Si espose pubblicamente contro l’Assemblea Costituente che escludeva le donne dai diritti elettorali pubblicando La dichiarazione dei diritti della Donna e della Cittadina (1791) in contrapposizione alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1789).

Articolo primo: «La donna nasce libera e vive uguale all’uomo nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune

Portavoce dell’emancipazione femminile chiedeva l’uguaglianza totale e incondizionata tra i due sessi. Una battaglia rumorosa condotta da una donna coraggiosa che si è scagliata contro le ingiustizie di ogni genere, ha denunciato la schiavitù e la pena di morte, sostenuto il divorzio, i diritti degli orfani e delle madri nubili.

Pare che avesse l’abitudine, assolutamente inusuale per l’epoca, di farsi il bagno con regolarità e di promuovere il miglioramento delle condizioni di igiene generali. Propose la creazione di stabilimenti pubblici destinati a ospitare le partorienti. Presentò anche un progetto per la formazione di una guardia nazionale femminile.

Più tardi, con il diffondersi delle sue infiammate lettere pubbliche traboccanti di denunce e di indignazione, l’audace pensatrice si espose alle peggiori ingiurie, la maggior parte legate al suo sesso.

Con l’inasprirsi delle tensioni, della guerra contro l’invasore straniero e di quella civile ormai sull’orlo dell’esplosione, il cambiamento sociale sognato da Olympe de Gouges si volatilizzò nel nulla. I club femminili vennero vietati e qualunque riunione di più di 5 donne dichiarata illegale.

Mentre il regime del Terrore muoveva i primi passi,  osò opporsi pubblicamente ai nuovi eccessi sanguinari della Rivoluzione, condannando senza appello i promotori dei massacri di settembre e il bagno di sangue del 10 agosto 1792, giorno dell’assalto al castello delle Tuileries che segnò la fine della monarchia in Francia.

Nonostante fosse apertamente schierata con il partito girondino, Olympe de Gouges si sentiva intoccabile per via dell’incessante e innegabile sostegno offerto alla causa rivoluzionaria. Alla fine del 1792, con un atto di coraggio incredibile, si propose alla Convenzione come difensore d’ufficio di Louis XVI, il quale avrebbe a breve affrontato un processo fatale. Per tutta risposta, una folla furiosa reclamante a gran voce la sua testa si diresse a casa sua. Si salvò per puro miracolo grazie a una battuta di spirito che divertì i suoi persecutori.

Successivamente, attaccò personalmente Robespierre e la sua politica repressiva, garantendosi così la collera del capo del partito Giacobino.

Venne rinchiusa in carcere alla Conciergerie,  “l’anticamera della ghigliottina”, dove continuò a perorare la sua causa, a difendersi, a condannare le ingiustizie di un regime fuori controllo e  amareggiarsi per il suo Paese. Al processo (novembre 1793), non le venne concesso nemmeno un difensore d’ufficio e la si accusò di aver fomentato la guerra civile che dissanguava il paese, lei che aveva sempre condannato ogni atto di violenza.

La sua voce era un fardello troppo pesante da sopportare e venne condannata a morte. Per lei venne scelta la ghigliottina, come Maria Antonietta, fu la seconda donna a essere giustiziata dopo la regina, morì il 3 novembre del 1793, con l’accusa di aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso ed essersi immischiata nelle cose della Repubblica.

Olympe de Gouges è stata una donna che ha osato pensare come un uomo, è stata ritenuta colpevole di aver criticato la rivoluzione francese e di essersi fatta portavoce dei diritti delle donne e di tutti coloro che avevano subito ingiustizie.

Un personaggio che non dovremmo lasciar smarrire nel dimenticatoio della storia.

#unadonnalgiorno

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