Oksana Čusovitina è una ginnasta uzbeka che ha partecipato a 8 olimpiadi rappresentando tre diverse nazioni.
Nata a Bukhara, il 19 giugno 1975, è stata tre volte campionessa mondiale, ha vinto due medaglie olimpiche e undici medaglie mondiali, oltre 70 medaglie in competizioni internazionali.
Ha iniziato a praticare la ginnastica artistica da piccolissima, nel 1982. Si allenava in un centro tecnico federale con attrezzature obsolete e non sicure e, nonostante questo, è riuscita a competere con successo a livello mondiale.
Nella sua lunga carriera ha partecipato a dieci Campionati Mondiali, tre Giochi asiatici e tre Goodwill Games.
Delle undici medaglie mondiali vinte, nove sono state ottenute nel volteggio, è l’atleta più decorata in questa specialità. Nel 1988, a soli tredici anni, ha vinto i suoi primi Campionati Nazionali dell’Unione Sovietica, l’anno successivo ha iniziato le gare internazionali.
Ha indossato i colori dell’Unione Sovietica fino al 1993, dell’Uzbekistan dal 1993 al 2006, per la Germania dal 2006 al 2012 e nuovamente per l’Uzbekistan dal 2013 fino al 2021 alle Olimpiadi di Tokyo.
Nel 2002 suo figlio Alisher si era ammalato di leucemia e la Germania le ha offerto le cure specifiche che l’hanno fatto guarire. L’atleta ha ricambiato la solidarietà gareggiando con la nazionale tedesca e vincendo un argento nel volteggio a Pechino 2008.
Tornata nella squadra del suo paese d’origine, la sua ultima sfida è stata a Tokyo nel 2021, dove è stata eliminata nella prova del volteggio. All’età di 46 anni, dopo 30 anni di gare olimpiche ha dato l’addio alla competizione tra le lacrime.
Per il contributo dato alla ginnastica artistica, le era stato dato il titolo di “Atleta Onoraria della Repubblica Uzbeka“.
Oksana Čusovitina è una sportiva leggendaria e una donna forte e tenace che non si è mai abbattuta di fronte alle difficoltà. Ha superato ostacoli, limiti, disagio e la paura più grande di tutte, quella di perdere un figlio. Non si è mai arresa, ha continuato a testa alta a combattere tutte le sue battaglie, nella vita come nello sport. È stata riconoscente al paese che l’ha aiutata al punto da indossarne la maglia e portarlo alla vittoria.
Anche se non ha concluso la sua carriera con una vittoria, ha vinto su tutta la linea restando per sempre nella storia di quello sport meraviglioso che è la ginnastica artistica.
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