“Non stringerò la mano ai neonazisti. Né ora, né mai.”
Katja Wolf è sindaca di Eisenach, in Turingia, la città che ha dato i natali a Bach, e nella quale esiste una legge che la obbliga ad accogliere i nuovi consiglieri comunali con una stretta di mano.
Ma i nuovi arrivati sono neonazisti dichiarati.
Gente condannata più volte per bombe, lesioni, incitamenti all’odio e il cui nome compare in diverse inchieste legate a organizzazioni terroriste nere.
La sindaca si è rifiutata di stringere la mano ai nemici della Costituzione.
Per questo gesto è stata denunciata al Tribunale federale e rischia un’incriminazione, ma lei ha risposto con coraggio e fermezza:
“Non mi interessa cosa rischio. Per me esiste un confine, con certe persone non voglio avere contatti fisici.
Stringere la mano ha un alto valore simbolico, trasmette rispetto, è un atto politico. Per questo non l’ho mai stretta né a Wieschke, estremista di destra, razzista, nemico della Costituzione e pregiudicato, né ai consiglieri Npd.
Non intendo farlo in futuro e spero che nessun tribunale mi costringa.
È una questione di principio, decido io con chi avere contatti fisici, il mio corpo mi appartiene.”
A volte basta un piccolo gesto per cambiare la storia.
Quello di Katja Wolf è un potentissimo atto politico.