Mufidah Abdul Rahman è stata la prima avvocata egiziana, la prima che ha discusso in Cassazione e perorato un caso davanti a un tribunale militare.
I suoi sforzi determinati, dentro e fuori l’aula del tribunale, hanno contribuito a forgiare il percorso verso l’uguaglianza politica per le donne egiziane.
Nel corso della sua lunga carriera, ha dibattuto oltre 400 cause e non ha mai smesso di combattere per la giustizia.
Nata a Il Cairo il 20 gennaio 1914, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università King Fouad I, nel 1935. Durante gli anni universitari, oltre a superare brillantemente gli esami, ebbe anche il tempo di diventare madre per ben quattro volte, in totale ebbe nove figli e figlie col marito Mohammed Abdellatif che la sostenne in tutte le sue battaglie e successi, cosa non scontata per l’epoca.
All’inizio della sua carriera, veniva pagata con uova, frutta e generi alimentari.
Ha contribuito a fondare il Partito Nazionale Femminista, organizzazione che lottava per il suffragio universale in Egitto e ha aderito all’unione femminista Bint al-Nil (Figlia del Nilo), che cercò di superare le repressioni socioculturali dell’epoca.
Nel 1951, Mufida Abdul Rahman ha difeso Doria Shafik che aveva guidato la protesta di 1500 donne che interruppero le attività del parlamento egiziano per chiedere il diritto di voto e la possibilità di ricoprire cariche politiche. Fu un importante caso storico e politico e una grande opportunità per far ascoltare le rivendicazioni femminili e che portò a ottenere il diritto di voto, nel 1956.
Sempre negli anni ’50, ha difeso in famosi processi politici contro un gruppo accusato di cospirazione contro lo Stato.
Dal 1959 è stata deputata per diciassette anni consecutivi nel parlamento e unica donna a far parte del lavoro del Comitato per la modifica delle leggi sullo status dei musulmani.
Ha fatto parte del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, Consiglio dei sindacati universitari, Conferenza nazionale dell’Unione socialista, Unione nazionale e Consiglio dell’autorità postale.
Per diversi anni ha anche ricoperto la carica di presidente della Women of Islam Society che aveva co-fondato.
È morta il 3 settembre 2002.
Il 20 gennaio 2020 Google le ha dedicato un Doodle disegnato da Deena Mohamed, giovane graphic designer egiziana.
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