Marilyn Monroe è stata la diva per eccellenza, l’icona assoluta della bellezza del ventesimo secolo.
Ha ammaliato il pianeta col suo fascino, alcune indimenticabili scene dei suoi film sono passate alla storia del cinema.
In soli trentasei anni di vita è stata la donna più fotografata, più amata, più criticata, più imitata, più invidiata e forse la più infelice di Hollywood.
Nacque con il nome di Norma Jeane Mortenson il 1° giugno del 1926 a Los Angeles. Non aveva mai conosciuto suo padre e la madre, Gladys Monroe, era affetta da gravi disturbi mentali, che la costrinsero a frequenti ricoveri in un ospedale psichiatrico.
Per buona parte della sua infanzia, ha alternato permanenze in orfanotrofi o affidi a famiglie temporanee a turbolenti ritorni a casa. Quando alla madre fu diagnosticata la schizofrenia, la piccola Norma Jeane venne presa in tutela dalla sua migliore amica, Grace McKee, archivista di pellicole alla Columbia Pictures, fu forse da lei che apprese l’amore per il cinema. Era una ragazzina con evidenti carenze di affetto e bisogno di sicurezza, mentre era al liceo conobbe il suo primo marito James Dougherty, che sposò a soli 16 anni e da cui si separò dopo quattro anni.
Trovò un impiego presso un’industria aeronautica produttrice di paracaduti. Fu lì che il fotografo David Conover, impegnato a documentare il lavoro femminile nel periodo bellico, notò la sua incredibile bellezza e la convinse a intraprendere la carriera di modella. Da quel momento, sotto la guida di un altro fotografo, Andrè de Denes, cominciò a comparire sulle copertine delle riviste. A vent’anni venne messa sotto contratto dalla Fox e le si aprirono le porte di Hollywood. Divorziata, si schiarì i capelli e cambiò il suo nome in Marilyn Monroe, il cognome era quello da nubile della madre.
Ha iniziato a fare la comparsa in vari film, per poi conquistare piccole parti che la lanciarono nel firmamento del cinema. Giungla d’asfalto, Eva contro Eva, Monkeys Business e altri ancora.
Nel 1952 ottenne il suo primo ruolo da protagonista in La tua bocca brucia. Il successo mondiale è arrivato nel ’53 con Niagara.
Fu con Come sposare un milionario e Gli uomini preferiscono le bionde, che si confermò una delle star più amate dal pubblico. Seguirono altri clamorosi successi.
Nel 1954 Marilyn Monroe ha sposato il famoso giocatore di baseball, Joe DiMaggio, da cui ha divorziato in meno di un anno e iniziato a collezionare una serie di profonde delusioni sentimentali che la trascinarono sempre più in un grande vuoto esistenziale.
Dopo la separazione si è trasferita a New York per studiare all’Actor’s Studio. In quel periodo conobbe Arthur Miller, affermato commediografo e affascinante intellettuale. I due si sposarono nel 1956. In quel periodo Marilyn si guadagnò una nomination al Golden Globe per Fermata d’autobus.
Nel 1957 l’attrice ha fondato, con l’amico fotografo Milton Green, la sua casa di produzione cinematografica, la Marilyn Monroe Productions, con cui ha girato un unico sfortunato film Il principe e la ballerina al fianco di Laurence Olivier.
Si è ripresa con la sua partecipazione all’esilarante commedia di Billy Wilder A qualcuno piace caldo, con un personaggio che resterà stampato indelebilmente nella mente degli spettatori.
Era una donna che aveva bisogno di continue conferme e attenzioni, iniziò varie relazioni sentimentali che infiammarono i tabloid di gossip e pettegolezzi.
Nel 1962 ha ricevuto il Golden Globe come migliore attrice. Le veniva finalmente riconosciuto il suo talento e carisma, ma la sua vita sentimentale era sempre più turbolenta e le condizionava l’umore. Aveva iniziato una relazione segreta con il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy che la trattava come un gradevole passatempo e nulla più.
Sempre più instabile emotivamente, si rifugiava nell’alcool e nei barbiturici e entrava e usciva dalle cliniche.
L’ultimo film girato è stato Gli spostati scritto per lei da Arthur Miller, con cui nello stesso anno, aveva divorziato.
Venne cacciata dal set di Something Gotta Give perché era diventata ingestibile, si presentava ubriaca, non rispettava gli orari, era fuori controllo.
Poco confortata dalla sua relazione con Robert Kennedy, anche se più affettuoso del fratello, è precipitata definitivamente nel gorgo della depressione.
Il 5 agosto del 1962 è stata ritrovata senza vita, senza vestiti e con la cornetta del telefono in mano nella sua camera da letto. Il referto fu di suicidio per un’overdose di barbiturici, ma molte cose non erano chiare nella ricostruzione degli eventi, tanto che ancora oggi la sua morte è uno dei misteri irrisolti di Hollywood.
Ciclicamente ritornano le ipotesi di omicidio, di servizi segreti, di vendetta a causa della sua relazione coi due uomini più importanti del tempo. Ma forse la verità non la sapremo mai.
Nel suo testamento si lesse che aveva lasciato il suo patrimonio (un paio di milioni di dollari) alla scuola di recitazione di Lee Strasberg, alla sua psicoanalista e alle cure per la madre malata. È stata sepolta al Westwood Memorial Park di Los Angeles.
Della bellissima bambina Marilyn Monroe, come l’aveva chiamata Truman Capote, ci restano migliaia di mostre, di sue immagini, i suoi film, i segreti che si è portata dietro.
È stata un’attrice e una cantante straordinaria. Unica a suo modo. Una donna bellissima e sensuale come poche, molto generosa ma con un mal de vivre che l’ha accompagnata per tutta la sua breve esistenza.
Su di lei si è detto e scritto di tutto. Che fosse impossibile lavorarci insieme. I ritardi. Le battute mai imparate. Gli infiniti ciak. La testa sempre altrove, persa nei suoi vortici. La sua sensazione di sconforto e di sostanziale solitudine. È stata ricordata in libri, film, retrospettive. Ancora si scrivono articoli su come viveva, cosa mangiava, come vestiva. I suoi abiti di scena sono stati battuti all’asta e rappresentano importanti cimeli. La sua vita è stata setacciata in migliaia di aneddoti, indiscrezioni, racconti.
È stata donna più desiderata eppure la più infelice. Comunque, un mito intramontabile.
#unadonnalgiorno