Maria Sibylla Merian, naturalista e pittrice tedesca, è stata una delle più grandi ricercatrici e disegnatrici di insetti e farfalle di tutti i tempi, in un’epoca in cui questi erano considerati le bestie di Satana e a nessuno veniva in mente di studiarli.
Una donna coraggiosa e determinata che ha vissuto per rincorrere la sua passione, nonostante vivesse in un mondo che non era ancora pronto per le sue scelte.
Nata a Francoforte sul Meno, il 2 aprile 1647 era figlia dell’incisore e editore svizzero Matthäus Merian il vecchio, morto quando lei aveva tre anni e di Johanna Sibylla Heim, che si era risposata con un pittore di fiori, Jakob Marell, che le insegnò il disegno, la pittura ad olio, l’acquerello e l’incisione. Aveva tredici anni quando cominciò a dipingere immagini d’insetti e di piante presi direttamente dalla natura.
A diciotto anni ha sposato un allievo del patrigno, Johann Andreas Graff, pittore specializzato in disegni prospettici di architetture con cui si trasferì a Norimberga.
Nonostante ai tempi si pensasse che gli insetti fossero il risultato di una generazione spontanea avvenuta dalla putrefazione e quindi considerati bestie diaboliche, Maria Sibylla Merian si appassionò alla loro trasformazione. Teneva i bruchi nel suo laboratorio, li nutriva, ne osservava i comportamenti e li disegnava in ogni periodo del loro sviluppo, assieme alle piante su cui si poggiano e di cui si nutrono.
Questa raccolta di disegni è andata a comporre un un libro dal titolo Neues Blumenbuch (Nuovo libro di fiori) del 1675.
La sua affascinante opera procedeva con l’osservazione rigorosa e dettagliata, disegnava ogni dettaglio percepito arrivando così alla descrizione che precedeva le conclusioni scientifiche delle sue pubblicazioni. Non esiste modo più profondo per la conoscenza di un oggetto che disegnarlo dopo averlo osservato e, viceversa, solo la perfetta conoscenza dell’oggetto può generare un disegno perfetto.