Maria Malibran è stata una delle più famose cantanti liriche del XIX secolo.
Personalità tempestosa e intensità drammatica, è diventata una figura leggendaria, prima e dopo la sua morte avvenuta molto precocemente.
Componeva musica vocale da camera, notturni, romanze, canzoni e dipingeva.
Un giornale dell’epoca scrisse di lei: “Somma cantatrice che fa diventare furibonda la folla, che mette in ruina le panche del teatro come un terremoto, un’eruzione vulcanica“.
Nacque col nome di María Felicia García Sitches a Parigi, il 24 marzo 1808 in una famiglia di musicisti spagnoli, sua madre era la soprano María Joaquina Sitches Briones e suo padre il tenore Manuel García.
Esordì a Londra, nel giugno 1825, per poi esibirsi nei principali teatri d’Europa in un repertorio basato principalmente sulle opere di Rossini, Bellini e Donizetti, imponendosi soprattutto come ideale interprete romantica.
Di lei Rossini disse: “Celebre compositrice, Cantatrice, Suonatrice, Pittrice, Fiorista, Sartrice, Declamatrice, Danzatrice“.
Cantò anche negli Stati Uniti, dove conobbe il suo primo marito, Eugène Malibran un banchiere francese che sposò a New York e di cui mantenne il cognome, anche dopo la separazione.
Successivamente sposò il violinista e compositore belga Charles Auguste de Bériot, da cui ebbe un figlio.
Nota per le sue stravaganze, quando si esibiva a Venezia usava recarsi a teatro in una gondola grigia con interni oro e scarlatto, accompagnata da un conducente che indossava un costume dai colori sgargianti che aveva disegnato ella stessa.
Ammirata per la notevole potenza e flessibilità della sua voce e per il suo grande talento interpretativo, il suo repertorio conta complessivamente una trentina di opere.
Dopo una caduta da cavallo, seppur gravemente ferita, rifiutò le cure mediche, continuando a esibirsi, fino a quando le sue condizioni peggiorarono talmente che la condussero alla morte, dopo una settimana di agonia, il 23 settembre 1836 a Manchester, aveva solo 28 anni.
Dotata inizialmente di una voce di contralto scura, calda e tonda, studiò talmente tanto da acquisire il controllo di una vocalità poliedrica dal volume e agilità ragguardevoli che le permise di alternare ruoli di contralto, mezzosoprano, soprano di bravura e persino da tenore.
Celebrata dalle maggiori personalità del tempo, è stata una donna audace e impegnata, dal carattere controverso e volitivo e un grande esempio di generosità. Venezia le intitolò addirittura un teatro per ringraziarla del suo gesto di aver rinunciato al suo compenso per ristrutturare l’edificio diventato fatiscente. Era il 1835 e aveva trionfato in un’interpretazione magistrale de La sonnambula.
Nella sua breve esistenza è riuscita a raggiungere una fama senza precedenti, a incantare le platee, suscitando manifestazioni di fanatismo che, per la prima volta nella storia della musica, raggiunsero forme di isteria collettiva simili a quelle delle moderne popstar.
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