María Lugones (1944-2020) filosofa femminista argentina, attivista e professoressa associata di letteratura comparata e studi di genere alla Binghamton University nello Stato di New York.
Si è occupata di movimenti indigeni e femminismo decoloniale. Ha teorizzato varie forme di resistenza contro le oppressioni multiple. È conosciuta per la sua teoria del sé multiplo, il suo lavoro sul femminismo decoloniale e per lo sviluppo del concetto di “colonialità del genere”, che presuppone che il genere sia un’imposizione coloniale.
Combina la teoria di Anjbal Quijano sulla colonialità del potere con una struttura femminista e intersezionalista affermando che il genere è un’imposizione coloniale. Non si tratta di fornire una lettura razziale o di genere del paradigma modernità/colonialità, ma di rileggerlo con una coscienza di razza, genere e sessualità e esaminare l’emergere e lo sviluppo di quelle categorie. Attingendo da esempi storici di tribù native americane pre-coloniali e ginecratiche, colloca il genere come un sistema di classificazione coloniale che divide e soggioga le persone in maniera diversa a seconda di molteplici fattori intersezionali tra cui classe e etnia.
María Lugones sostiene che la colonizzazione ha interrotto i modelli sociali, le relazioni di genere e le comprensioni cosmologiche delle comunità e delle società che ha invaso. Considera la conoscenza qualcosa di prodotto dalle comunità piuttosto che dagli individui. Sostiene che, dato che i nostri modi di vivere nel mondo sono condivisi, la nostra conoscenza del mondo è condivisa. Come tale, c’è un lavoro importante da fare nell’apprendimento reciproco. Imparare dall’altro/a che non implica diventare l’altro/a.
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