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Maria Giuseppa Guacci

Maria Giuseppa Guacci

Maria Giuseppa Guacci, poeta, è stata un’importante protagonista del panorama culturale napoletano del XIX secolo.

Acuta osservatrice del suo tempo, si cimentò in numerosi generi, spaziando dalla poesia alla prosa, compose opere di carattere storico e numerosi scritti incentrati sulla pedagogia.

Nata a Napoli il 20 giugno 1807 era la primogenita dei quattro figli del tipografo Giovanni Guacci e di Saveria Tagliaferri. Trascorse l’infanzia e l’adolescenza nella modesta casa di vicolo Sergente Maggiore, una traversa di via Toledo, nei cosiddetti Quartieri Spagnoli.

Il padre riteneva superflua un’educazione per le figlie femmine, e la bambina, che precocemente manifestò una predisposizione per la poesia, si formò da autodidatta, ritagliandosi tempo durante le ore notturne, quando non era occupata nelle faccende domestiche.

Si fece presto notare per le sue brillanti qualità tanto che illustri poeti del tempo le impartirono lezioni private.

Alla morte del padre, nel 1831, sulle sue spalle ricaddero molte responsabilità familiari, ma non  abbandonò mai l’interesse per lo studio e i versi. Giuseppe Campagna, suo maestro, quando aveva 18 anni la introdusse alla scuola di Basilio Puoti, celebre grammatico e critico leterario, dove conquistò una discreta fama.

Intanto, la casa paterna, si affollava di intellettuali che si riunivano durante le serate del fine settimana.

Ancora giovanissima, si formò negli ideali liberali e patriottici della seconda restaurazione borbonica, fu intellettualmente molto attiva sotto il regno di Ferdinando II.

Nel 1832 pubblicò una raccolta di Rime classiciste e nel 1839, il saggio Di qual poesia abbisogna il secolo presente.

Ebbe amore segreto con Antonio Ranieri, testimonianza del loro legame clandestino è un epistolario sentimentale. Nel 1835 sposò Antonio Nobile, astronomo dell’Osservatorio di Capodimonte e docente di geometria presso il Collegio Medico Cerusico.

La nuova condizione di vita le permise di dedicarsi appieno alla letteratura, riprese lo studio del latino, ma le era difficile frequentare gli amici letterati perché, col marito, abitava sulla collina di Capodimonte, piuttosto lontano dal centro e, non possedendo una carrozza propria, era costretta a cercare sempre qualcuno che la accompagnasse, una donna non poteva uscire da sola.

Diventare madre  le ispirò, nel 1841, l‘Alfabeto, manuale sull’educazione dei bambini. La seconda edizione, l’anno successivo, venne corredata dalle Prime letture.

Questo grande interesse per l’infanzia, diede origine alla Società degli asili infantili, che creò strutture pubbliche destinate a figlie e figli di persone dei ceti meno abbienti.

Nel 1847, fu impegnata, accanto al coniuge, nel Congresso degli Scienziati Italiani promosso dalla Società di Pisa.

Durante le manifestazioni per la Costituzione scrisse il libello Alle donne d’Italia concordi nell’amore di patria… pensieri di una compatriota, del 1847.

Fervente patriota, seguì con apprensione e speranza le manifestazioni per l’indipendenza. In occasione delle Cinque Giornate di Milano, si attivò nella costituzione di un gruppo di donne che si occupavano della sottoscrizione di coloro che, da Napoli, partivano per prestare aiuto ai lombardi.

Gli avvenimenti di maggio e la delusione, provarono duramente la sua stabilità morale e fisica.

Mentre infuriava la repressione, perse la voce a causa di una tracheite che, aggravatasi, la condusse alla morte, il 25 novembre 1848.

Scriveva in uno stile neoclassico, con un linguaggio aulico e ricco di figure retoriche, con evidenti influenze da Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso e soprattutto il contemporaneo Leopardi, di cui scrisse dei versi alla sua morte. Dalle sue liriche traspare inoltre un grande patriottismo e una grande attenzione alla condizione delle donne.

Postumi uscirono Sonetti inediti a cura della figlia Emilia Nobile (1926) e una Storia del colera e di alcuni costumi napoletani del 1837, a cura di Carolina Fiore Nobile, 1978.

Rimangono inedite tante poesie di vari genere, prose di argomento politico-patriottico, studi di letteratura sulla tragedia e soprattutto il suo vasto epistolario.

Nel 2021 è stata pubblicata una novella inedita dal titolo Lettere di Michelangelo al padre, manoscritto conservato presso l’archivio storico dell’Osservatorio di Napoli.

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