Nata nel 1966 a Genova, la scienziata è figlia di un diplomatico dell’Honduras, paese in cui si è trasferita quando aveva 8 anni. Ha poi continuato a vivere negli Stati Uniti dove co-dirige il Vaccine Development Center presso il Texas Children’s Hospital e la Baylor School of Medicine, due istituzioni private senza scopo di lucro a Houston.
La sua passione per la biologia è nata durante gli anni del liceo. Ha studiato alla National Autonomous University of Honduras, studiando microbiologia e chimica clinica.
Dopo la laurea, ha conseguito un dottorato in immunologia molecolare e patologia sperimentale all’Università della Florida, un post-dottorato in biologia cellulare all’Università di Miami e un altro in microbiologia e immunologia all’Università della Pennsylvania.
Il suo interesse primario riguarda i vaccini, la loro creazione e la loro efficacia.
Con lo scoppio della pandemia di Covid-19, insieme allo scienziato e pediatra Peter Hotez, si è impegnata a realizzare un vaccino che potesse essere accessibile anche ai paesi più poveri, utilizzando un processo che, da decenni, si usa in tutto il globo per realizzare quello contro l’Epatite B.
In questo modo il farmaco può essere prodotto su una scala larghissima, perché la tecnologia, le fabbriche e il know-how necessari sono già a disposizione dappertutto e a costi ridottissimi.
Quello che ho visto con gli altri vaccini è che, sebbene l’intenzione sia che il mondo intero abbia accesso ad essi, ci sono dei limiti quando si tratta di produzione, stoccaggio e proprietà intellettuale su larga scala. Il nostro vaccino non ha limitazioni. Il nostro vaccino appartiene a tutto il mondo.
Nel suo lavoro, Maria Elena Bottazzi si è ispirata al virologo americano Jonas Salk, che, nel 1953 sviluppò il vaccino contro la polio senza ricavarne alcun introito, proprio come il loro Corbevax i cui studi e processi sono stati pubblicati e resi liberamente fruibili.
Libero da patenti, è stato pensato per ridurre il divario tra Nord e Sud del Mondo.
È già stato autorizzato in India come vaccino di emergenza, a breve si uniranno anche Indonesia, Bangladesh e Botswana.
Per questo motivo Maria Elena Bottazzi si è aggiudicata la candidatura al Premio Nobel per la Pace: l’impegno della coppia di scienziati è stato davvero uno sforzo di cooperazione e partnership internazionale, con uno sguardo disinteressato e generoso al benessere globale.