Margaret Cho è la più famosa fag hug statunitense. Il termine, nello slang della comunità lgbtq+, definisce le donne che frequentano di preferenza o esclusivamente uomini omosessuali o bisessuali.
Stand up comedian, attrice, musicista e attivista pluripremiata costantemente impegnata per l’empowerment femminile, i diritti delle persone lgbtq+ e delle minoranze etniche asiatiche.
Candidata a cinque Grammy e a un Emmy Award, viene chiamata la Santa patrona degli outsider, perché, da sempre, parla per coloro che non hanno voce incoraggiando il cambiamento.
Nei suoi spettacoli affronta, con intelligenza e grande ironia temi politici e sociali, parla di droghe, disturbi alimentari, rapporti malati, body shaming, razzismo, sessismo e ogni forma di discriminazione.
Nel 2017, la rivista Rolling Stone l’ha annoverata tra le 50 migliori attrici comiche, definendola “divertente, sessualmente positiva, femminista e attivista LGBT, un esempio che le giovani generazioni guardano con ammirazione“.
Nata a San Francisco, il 5 dicembre 1968 da genitori sudcoreani che gestivano una libreria.
A scuola è stata vittima di bullismo ed è stata più volte molestata sessualmente da bambina e adolescente.
Si è rifugiata nella comicità per superare le sopraffazioni della vita quotidiana e dire ciò che pensava.
A Los Angeles nei primi anni ’90, ha fatto il botto con le sue sezioni dissacranti e sfrontate con cui si è esibita, prima in club e campus universitari e poi in televisione.
Nel 1993 ha vinto l’American Comedy Award.
Nel 1994 è stata produttrice esecutiva di una innovativa e controversa sitcom della ABC, All-American Girl, che ha dovuto lasciare perché le era stato chiesto di smorzare i toni, ritenuti non adatti a un pubblico televisivo.
Il suo monologo del 1999 I’m The One That I Want, è diventato un libro best-seller e un film.
Nel 2001 ha lanciato Notorious CHO, fortunato tour nazionale culminato in un concerto sold-out alla Carnegie Hall, anche questo diventato un film che il New York Times aveva definito brillante.
Di gran successo sono stati i tour successivi: Revolution da cui è stato tratto un disco nominato ai Grammy Awards come miglior album comico del 2003 e Assassin.
Con Cyndi Lauper, Debbie Harry e la band Erasure, nel 2007, ha portato in giro True Colors, tour per sostenere la Human Rights Campaign.
Dopo tanti live in giro per gli Stati Uniti, anche con The Sensuous Woman, spettacolo di varietà con burlesque e vaudeville, nel 2008, è tornata in televisione con la serie The Cho Show.
È uscita fuori dai confini per debuttare in Australia con Beautiful che esplora i retroscena del mondo della bellezza e di come il marketing che la promuove cerchi di plasmare la nostra visione del mondo.
Nel 2009, ha avuto, per sei stagioni, un ruolo da protagonista nella serie tv Drop Dead Diva.
L’anno seguente è stata concorrente a Dancing with the Stars dove si è esibita indossando un abito arcobaleno a sostegno della comunità lgbtq+ per sensibilizzare sull’alto tasso di suicidi giovanili a causa di bullismo e omotransfobia.
Nel 2010 ha ottenuto la seconda nomination ai Grammy per l’album Cho Dependent a cui hanno collaborato big della musica come Fiona Apple, Andrew Bird, Grant Lee Phillips, Tegan & Sara, Ben Lee, per citare qualche nome. Anche di questo è stato tratto un film dal live di Atlanta.
MOTHER è il suo spettacolo di cabaret che ha girato Europa e Stati Uniti in cui ha offerto uno sguardo non convenzionale sulla maternità e su come sono rappresentate le figure materne e le donne forti nella cultura queer.
Ha ricevuto una nomination agli Emmy come miglior attrice ospite in 30 Rock, dove ha interpretato Kim Jong II.
Successivamente, ha prodotto PSYCHO, spettacolo sulla follia e la rabbia che prova per ciò che accade nel mondo, dalla brutalità della polizia, al razzismo, alla crescente ondata di violenza contro le donne.
Il suo secondo album in studio American Myth, le è valso un’altra nomination ai Grammy per il miglior album comico.
Oltre a diversi impegni al cinema e in televisione, ha prestato la sua voce in diversi film d’animazione, ha lanciato un suo podcast The Margaret Cho, in cui la prima parte è una chiacchierata con un’amica famosa che il pubblico già conosce e la seconda parte con un’artista emergente che potrebbe non essere ancora nota.
Si è spesa per la tutela dell’ambiente e degli animali, contro la pena di morte e contro ogni forma di privazione delle libertà.
Margaret Cho è un fiume in piena, è stata censurata, minacciata, oscurata, ma, instancabile, continua a provocare e far sentire la sua voce contro ogni sopruso e in favore di chi non trova ascolto e attenzione.