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Manizha la voce delle femministe russe

Manizha cantautrice russa

Manizha è la cantautrice femminista che ha rappresentato la Russia allEurovision Song Contest 2021 scatenando forti polemiche nel suo paese, tanto che il suo caso è finito al Cremlino.

Ambasciatrice di buona volontà per l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, da anni sostiene i diritti della comunità Lgbt+ perseguitata in Russia. Ha pubblicizzato un’app per prevenire la violenza contro le donne, difende le minoranze, le persone migranti.
La sua canzone Russkaya Zhenshina (Donna Russa), è diventata l’inno di battaglia delle femministe russe. Il testo, in inglese e russo, si fa beffa di offese e luoghi comuni spesso rivolti alle ragazze e le incita all’indipendenza ricordando loro che sono abbastanza forti da poter abbattere il muro. Non è tardata la reazione dei conservatori che hanno chiesto a voce spiegata di bandirla, portarla in tribunale. L’Unione ortodossa delle donne russe ha sostenuto che minaccia il senso della famiglia tradizionale e incita a odiare gli uomini.
Nel paese che ha decriminalizzato la violenza domestica, varato una legge contro la propaganda gay e non ama i migranti, Manizha, ha fatto arrabbiare un bel po’ di gente.

Figlia di immigrati tagiki fuggiti a causa della guerra civile, il suo nome completo è Maniža Dalerovna Sangin. È nata a Dushanbe l’8 luglio 1991. Ha iniziato a cantare e suonare il piano a 12 anni, ha collaborato con diverse band prima di intraprendere la carriera solista e esibirsi a Londra e New York. Agli inizi usava lo pseudonimo Ru.Kola. Nel 2003 ha vinto il suo primo concorso musicale a cui sono seguiti vari altri.

Con l’album di debutto Manuscript ha fatto il suo esordio ufficiale nel 2017. Nel 2020, ha realizzato la colonna sonora per la versione russa del film Mulan. Oltre a scrivere la musica e i testi delle sue canzoni, si occupa interamente della realizzazione dei suoi video.

Selezionata per l’Eurovision 2021 a Rotterdam, non ha vinto ma è salita alla ribalta internazionale per le polemiche destate.

La sua esibizione è stata una dichiarazione politica.

È apparsa vestita nell’abito tradizionale delle donne russe, cucito con centinaia di pezzi di stoffa che le hanno inviato da ogni latitudine del paese. Sbucata fuori come da una matrioska, è rinata in tuta rossa che rappresenta l’abito della classe operaia, di quelli che si danno da fare per farcela, ha poi spiegato. Sullo schermo alle sue spalle è comparso un coro di centinaia di attiviste che hanno cantato insieme a lei.

Era stata scelta dal voto popolare esibendosi sul Primo Canale, uno dei media più allineati alle antenne del Cremlino. La sua vittoria aveva scatenato maree di offese sessiste, commenti misogini, post xenofobi a cui ha reagito continuando a sorridere.

Manizha è un’artista e una donna coraggiosa, che ha tanto da dire, che cerca di svegliare le coscienze e aumentare la consapevolezza con l’arte, la musica, la poesia e il suo instancabile attivismo.

 

#unadonnalgiorno

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