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Malak Mattar

Malak Mattar
“Quando comincio una tela, provo a dipingere uomini, ma poi mi scappa la mano e si trasformano in donne”
Malak Mattar, artista palestinese, nata e cresciuta nella Striscia di Gaza che ha vissuto in prima persona quattro guerre.
La pittura è il suo mezzo per raccontare la resistenza e la lotta delle donne.
Ha scritto e illustrato libri per l’infanzia che narrano la sua storia e quella della sua gente.
Nata nel 1999, ha iniziato a dipingere a 14 anni, durante un attacco militare, per esorcizzare la paura e il dolore e da allora non si è mai fermata, ha già realizzato oltre cinquecento tele.
I suoi ritratti sono quasi esclusivamente femminili, donne con gli occhi sgranati che esprimono sofferenza individuale e tragedia collettiva.
Le sue protagoniste simbolo di forza, desiderio di libertà e resistenza in uno dei luoghi più difficili del mondo, costruiscono ponti di ottimismo e speranza.
Le sue opere sono uno strumento di lotta e denuncia, ma anche di esaltazione di bellezza, forza e passione. Rappresentano la vitalità di una nuova generazione che sperimenta un proprio percorso di ricerca e linguaggio, in un panorama artistico che non è certo in primo piano a livello internazionale.
Ha studiato alla Istanbul Aydin University e ha già esposto in diversi paesi del mondo, tra cui Inghilterra, Usa, Portogallo, Italia, Germania.

I motivi dei suoi dipinti spaziano da sentimenti profondi a visioni oniriche e concetti astratti.

Attraverso le sue immagini, il pubblico viene trasportato in un’oasi serena di calma, qualcosa che contraddice direttamente il tormentato contesto di assedio da cui scaturiscono.

Dipingere è il suo modo per evadere mentalmente dalla condizione in cui è costretta a vivere insieme al suo popolo. Non raffigura persone morte o palazzi distrutti ma immagini pacifiche, avvolgenti, donne che diventano case, nonne che diventano tende dove potersi nascondere.

Ha iniziato a pubblicare le sue opere sui social network diventando un’artista riconosciuta a livello internazionale senza essere mai uscita dal suo territorio.

Quando ha cominciato a essere invitata a esporre in tutto il mondo, non poteva accompagnare i suoi quadri: “Andavo all’ufficio postale per inviare le mie tele, e mi sentivo talmente strana pensando che loro erano più libere di me. Loro potevano viaggiare”.

Ha lottato con determinazione per andare a studiare in Turchia con una borsa di studio, ha subito umiliazioni alla frontiera egiziana, ma ha perseverato nel suo desiderio di libertà.

Nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro, Grandma’s Bird, una storia autobiografica per bambini che descrive come una giovane ragazza di Gaza impara a controllare le sue paure attraverso la creatività, trovando la libertà anche sotto l’occupazione e, in definitiva, una via d’uscita dal mondo.

La sua voglia di comunicare attraverso la sua arte l’ha portata a ricevere consensi internazionali e a incontrare pilastri dell’emancipazione femminile come Angela Davis che ha partecipato a una sua mostra negli Stati Uniti.

Questa giovane donna ormai proiettata nel mondo, non dimentica da dove viene e cosa la sua gente sta vivendo in una condizione perenne di assedio e distruzione.

Le sue origini sono ben radicate nella sua ricerca artistica e nei messaggi che trasmette anche attraverso i suoi social.

#unadonnalgiorno

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