Maira Verónica Figueroa Marroquín è una donna di El Salvador: ha 34 anni, gli ultimi 15 li ha trascorsi in una prigione femminile.
Nel 2003 era stata condannata a trent’anni di carcere per omicidio aggravato perché aveva avuto un aborto spontaneo.
Martedì 13 marzo è stata rilasciata dopo una commutazione della pena.
El Salvador è uno dei paesi con le leggi più restrittive al mondo in tema di diritti delle donne, e dove l’interruzione di gravidanza è illegale e completamente vietata in qualsiasi caso.
La legge del paese obbliga tutte le donne, anche se minorenni, anche se stuprate, anche se in gravi condizioni di salute, a portare a termine la gravidanza a qualsiasi costo.
Il codice penale prevede la condanna da due a otto anni di reclusione per le donne che abortiscono, ma in realtà i giudici considerano spesso l’interruzione di gravidanza come un omicidio aggravato punito dunque con pene che vanno dai 30 ai 50 anni di prigione: anche nei casi di aborto spontaneo.
Quando è stata condannata, nel 2003, Maira Figueroa aveva 19 anni ed era rimasta incinta dopo essere stata violentata.
Faceva la governante e dopo alcuni mesi di gravidanza aveva avuto un’emorragia sul posto di lavoro: era stata trasferita in ospedale e il feto era morto.
Lei era stata immediatamente arrestata e accusata di aver causato l’aborto.
Altre 26 donne attualmente si trovano in un carcere del paese per aver avuto un aborto spontaneo.