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Lorena Cabnal e il femminismo comunitario

Lorena Cabnal e il femminismo comunitario

Lorena Cabnal è una donna indigena Xinka del Guatemala e portavoce del femminismo comunitario dell’Associazione delle donne indigene di Santa María Xalapán.

Lavora sul “recupero e difesa del territorio corporeo”, che ha a che fare con la visibilità, la denominazione e la denuncia della violenza contro le donne, in particolare di coloro che vivono nelle montagne di Xalapán i cui corpi vivono gli effetti quotidiani dell’oppressione patriarcale, sistema imposto dalla colonizzazione.

Il patriarcato, il colonialismo, il razzismo, il capitalismo (che ora è neoliberismo) creano una situazione in cui le indigene sono le più povere del continente. Hanno il minimo accesso all’istruzione, ai servizi sanitari, alla partecipazione politica a livello statale ma anche all’interno delle stesse comunità.

Le violenze sessuali sono normalizzate, spesso accettate come “parte della vita”. Nessuna donna è mai stata un’autorità su questi territori. I padri lasciano la maggior parte dei loro averi ai figli maschi.

Alle donne che condividono il femminismo comunitario, piace mettere in campo gli Acuerpamientos Territoriales con altre donne, per sanare le relazioni di potere e privilegio che esistono, sapendo che per realizzare questo occorre spesso spostarsi in luoghi lontani, perché essere femminista territoriale non significa rimanere in città, continuando tranquillamente a conversare. Il discorso da solo non è una pratica di autocura, si curano con la terra, il fiume, la montagna, perché nella tradizione maya “Láin ut laat, laat ut loin”, tu sei io e io sono tu.

Per questo difendono il proprio territorio corpo e il territorio terra.

Nella comunità dormono, mangiano, sognano, piangono, si lamentano e si curano tra donne con saggezze plurali e questo succede anche quando emigrano, perché i saperi camminano con loro. Si riconoscono nella memoria sanatrice e plurale ereditata dalle antenate, in cui tutte le donne sono capaci di essere curatrici, quando non si mettono in competizione nel campo delle conoscenze, o peggio ancora quando si riduce il tutto a commercio o folklore.

Tutto questo, chiaramente, recuperando l’allegria senza mai perdere l’indignazione e la ribellione, rispettando la pluridiversità. 

#unadonnalgiorno

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