Lina Pallotta è una fotografa e docente italiana che vive tra Roma e New York.
Nata a San Salvatore Telesino (BN) nel 1955, alla fine degli anni ’80 è andata a vivere nella Grande Mela, dove si è diplomata in Fotogiornalismo e Documentario fotografico all’International Center of Photography.
Il suo obiettivo è stato sempre attratto dai movimenti underground, dalle sottoculture, dalle storie meno gridate, dagli aneliti di rivalsa.
Sviluppa progetti a lungo termine con un approccio personale sulla quotidianità in situazioni di marginalità, tematiche femminili, genere e identità.
Ha pubblicato per varie riviste nazionali e internazionali, lavorato per Impact Visuals Agency di New York e per l’Agenzia Grazia Neri di Milano
Numerose le mostre personali e collettive tra Europa e Stati Uniti a cui ha partecipato e che ha curato.
Tra i suoi lavori più conosciuti c’è sicuramente BASTA – to Work and Die on the Mexican Border del 1999, sulla vita delle lavoratrici messicane nelle fabbriche di frontiera e Porpora e Valerie (2013) un reportage di vent’anni d’amore e amicizia tra due importanti figure dell’attivismo trans italiano.
Insegna presso la Scuola Romana di Fotografia, tiene workshop e conferenze in tutta Italia e a New York, anche presso l’International Center of Photography e l’Empire State College.
Ha fatto parte della giuria di numerosi premi fotografici ed è stata direttrice artistica di Gazebook: Sicily Photobook Festival 2017.
Lina Pallotta ha ritratto evoluzione, cambiamenti sociali e culturali. La sua fotografia si è intrecciata alla poetica attraverso generi, politiche, culture e amori.
Il suo occhio ha saputo fissare in ogni scatto tanta esistenza.
Immagini sfumate, mosse, tese continuamente ad altri piani o dimensioni, in un movimento costante che caratterizza e rende unica la sua fotografia. Sprazzi lontani di verità, iconografie di momenti privati che trovano ragione e valore oltre l’ideologia.
Tante sono state le borse di studio e le onorificenze ricevute tra Europa e Stati Uniti.
#unadonnalgiorno