L’unico monumento dedicato a una donna asiatica in Gran Bretagna è quello dedicato alla principessa di origine indiana Noor Inayat Khan.
La principessa Noor era un’agente segreta di Sua Maestà Britannica in Francia, senza ‘licenza di uccidere’, poiché la sua religione le vietava l’uso delle armi e il ricorso alla violenza.
Diretta discendente dell’ultimo sovrano musulmano del sud dell’India, nasce a Mosca il 2 gennaio 1914 dove suo padre, musicista e divulgatore della dottrina sufi, era stato invitato da Rasputin.
Nel 1917, la famiglia si trasferisce Inghilterra e poi in Francia, dove Noor si laurea alla Sorbonne e diventa perfettamente bilingue anglo-francese.
Ai suoi occhi Hitler rappresenta il male assoluto, contro il quale bisognerà reagire con decisione.
Nel 1940, si arruola nelle forze ausiliarie della RAF.
Nel 1943 viene paracadutata in Francia per trasmettere informazioni riservate dalla resistenza francese.
Diventa un elemento essenziale di Prosper, l’organizzazione dei partigiani, e poi una delle persone più ricercate dalla Gestapo.
Sempre pronta a smontare e rimontare in brevissimo tempo la sua ricetrasmittente di 15 chili da cui non si separa mai, diventa in tutta la Francia, la sola operatrice che assicuri i collegamenti tra i quartieri generali alleati e la resistenza francese.
Arrestata nel 1944, torturata e picchiata, si rifiuta sempre di parlare, trasferita nel campo di Dachau, viene uccisa con un colpo di pistola.
L’ultima parola uscita dalla sua bocca è stata ‘liberté!’
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