Trasformare la carta del giornale in ceramica mi ha aiutato a esprimere un senso di crisi imminente, di instabilità riguardo alle ‘informazioni’. Ho scelto la ceramica perché è fragile e i giornali perché simboleggiano la mercificazione delle informazioni.
Kimiyo Mishima è l’artista famosa per le sue monumentali sculture di giornali.
Nelle sue opere più conosciute che fanno parte del ciclo “materiale stampato fragile” ha utilizzato l’argilla come una tela per riprodurre quotidiani, riviste, lattine, scatole di cartone e manifesti pubblicitari gettati via.
Per evidenziare il processo di decadimento causato dall’avidità e dall’utilitarismo umano, ha creato monumenti di cultura popolare, riciclando e rigenerando rifiuti industriali utilizzati in maniera sarcastica, divertente, critica e di grande impatto, sensibilizzando sull’ambiente e sul flusso travolgente di informazioni nel mondo.
Nata il 10 dicembre nel 1932 nel distretto di Juso, a Osaka, da bambina aveva assistito alla devastazione della seconda guerra mondiale che le aveva lasciato la paura e l‘ansia di annegare nelle informazioni distorte, un tema che ha costantemente indagato nei suoi dipinti, collage, sculture, fotografie e installazioni.
Dopo il liceo, avrebbe voluto studiare medicina all’università, ma venne costretta a un matrimonio precoce da cui, dopo un anno, era scappata per rifugiarsi a Tokyo.
Nel 1952 era entrata a far parte dell’Atelier Montagne Youga Kenkyusho, fondato dall’artista e filosofo Shigeji Mishima, poi diventato suo marito. Entrata a contatto con i movimenti artistici internazionali come l’arte informale, l’espressionismo astratto e la pop art, dal 1957, è passata dalla pittura figurativa all’astrazione.