Sposò un nobile siciliano il conte Abatino, chiamato Pepito e poi l’industriale Jean Lion, grazie al quale acquisì la cittadinanza francese. Nonostante la vita agiata e le luci della ribalta, non dimenticò mai da dove proveniva e si prodigò come poteva per aiutare le persone in difficoltà.
Dopo la guerra, tornò negli Stati Uniti e nel 1946 sposò Jo Bouillon, direttore d’orchestra, che fu l’amore più sincero della sua vita e con cui comprò il castello di Milandes in Dordogna. Insieme adottarono dodici bambini e bambine di diverse nazionalità, lingua e religione, per seppellire il razzismo sotto l’ideale di una tribù Arcobaleno.
Negli anni Sessanta partecipò attivamente al movimento per i diritti civili, si rifiutò di danzare di fronte a un pubblico segregato, boicottando teatri e music hall. È stata una delle prime artiste di colore a esibirsi per un pubblico integrato e l’unica donna a pronunciare un discorso alla marcia su Washington, nel 1963, di fronte a una folla di 250.000 persone.
Sapete che ho sempre scelto la strada più difficile. Diventando vecchia, sicura di averne la forza e la capacità, ho preso quel sentiero difficile e ho cercato di renderlo un po’ più facile. Volevo renderlo più facile per voi. Voglio che abbiate l’opportunità di fare tutto quello che ho fatto io, senza che siate obbligati a scappare per ottenerlo.
Produceva gli spettacoli per sostenere la lotta per l’emancipazione e il sogno di Milandes che ospitava la fondazione della Rainbow Tribe.
Un tour in Sudafrica si trasformò in un disastro, il suo discorso anti-apartheid svuotò i teatri. Nel frattempo, per il mantenimento del castello spese tutta la sua fortuna e fu costretta ad aumentare i concerti e gli spettacoli. Costumi piumati e lamé sostituirono il gonnellino a banana.
Furono anni difficili, nei quali conobbe la malattia, la separazione dal marito, poi il fallimento e la povertà. A causa dei debiti perse il castello che fu venduto all’asta. Negli ultimi anni era diventata molto amica di Grace Kelly, la principessa di Monaco, che l’apprezzava moltissimo e la sostenne economicamente permettendole di comprare un appartamento in Costa Azzurra, dove trascorse il resto della sua vita.
Si è esibita per l’ultima volta a Parigi nel 1975, tra la folla corsa ad assisterla andarono a renderle omaggio anche Mick Jagger, Sophia Loren, Liza Minnelli e molti altri personaggi dello spettacolo.
Joséphine Baker, la meticcia, l’artista, la partigiana, l’attivista ha continuato a lottare fino alla sua morte, avvenuta il 12 aprile del 1975, in seguito a un’emorragia cerebrale. Ai suoi funerali, parteciparono ventimila persone, venne sepolta nel cimitero del Principato di Monaco.