Joni Mitchell è una delle cantautrici più importanti e influenti della storia statunitense. La massima esponente del folk confessionale.
Icona trasversale del mondo della musica, ha attraversato vari generi, dal folk al jazz passando per il pop.
Dotata di un naturale talento straordinario, si è sempre fatta apprezzare per il suo gusto musicale e per la sua scrittura poetica e intensa.
Ha scritto tanto per se stessa e altre/i, i suoi sono testi esistenziali, storie d’amore e libertà, canzoni politiche e arrabbiate nei confronti della società.
Ha percorso la sua strada lunga e mai priva di ostacoli, sempre guardandosi dentro, senza paura di mettere a nudo le sue angosce e aspirazioni.
Nata col nome di Roberta Joan Anderson il 7 novembre 1943 a Fort Macleod in Alberta, Canada, ascoltava musica classica sin da piccola. A sette anni prendeva lezioni di piano e litigava con la sua insegnante perché voleva già comporre i suoi brani invece di suonare le melodie classiche.
Guarita miracolosamente dalla poliomielite, da bambina amava anche dipingere, passione che ha sempre coltivato, si è disegnata e creato da sola la maggior parte delle copertine dei suoi dischi.
Dopo una deludente esperienza all’Alberta College of Art, andò a cercare la fortuna nella musica a Toronto. Ancora molto giovane e con difficoltà a vivere col suo lavoro, nel 1965 ebbe una bambina che diede in adozione, solo molti anni dopo, nel 1997, le due donne si sono ricongiunte.
Nello stesso periodo conobbe Chuck Mitchell, suo futuro marito e partner musicale, da cui prese il cognome. In breve divennero la coppia folk più amata di Detroit.
Dopo una gavetta tra café canadesi e locali statunitensi nei quali germogliava e veniva alla luce una nuova generazione di musicisti folk, Joni Mitchell ottenne il successo commerciale alla fine degli anni sessanta, definendo uno stile che farà epoca e sarà fonte d’ispirazione per tutte le cantautrici dei decenni successivi.
Il matrimonio e il sodalizio artistico della coppia durò poco e, agli inizi del 1967, Joni Mitchell si spostò a New York provando la carriera da solista.
È del 1968 il suo primo album solista Song to a Seagull. Grazie al passaparola e ai passaggi radiofonici, il disco ottenne un buon riscontro regalandole un’improvvisa notorietà.
In poco tempo, e anche grazie al grande aiuto di David Crosby, che la introdusse in molti ambienti musicali, il nome della cantautrice cominciò a diffondersi alla radio, sulle riviste e come ospite in molti importanti festival musicali.
Ha avuto delle relazioni sentimentali con vari musicisti coi quali ha suonato in giro per gli Stati Uniti, lasciandosi influenzare anche nella produzione musicale, che ha sempre curato da sola.
Per l’organizzazione di date volute dal suo manager, mancò il più grande festival musicale della storia, Woodstock a cui dedicò l’omonima canzone che meglio di tutte rappresenta lo spirito di quell’evento.
Ha vinto il suo primo Grammy nel 1970.
Durante una lunga parentesi folk-hippie, in cui ha vagato per l’Europa trattenendosi a lungo nell’isola di Creta, Joni Mitchell ha attraversato un periodo di difficoltà nella gestione della fama e dato alle stampe un album più intimo e confessionale, Blue.
Importante attivista e ambientalista, nel 1970 ha partecipato insieme al compagno dell’epoca James Taylor e Phil Ochs, al primo concerto della storia a favore di una causa, per sostenere la nascita di Greenpeace. I soldi raccolti col concerto andarono a finanziare la prima azione dell’associazione pacifista, l’affitto di una goletta per sabotare un esperimento nucleare USA sull’isola di Amchitka.
La sua costante ricerca musicale l’ha fatta, nel tempo, avvicinare al jazz, il cui apice è stato toccato con l’album Mingus del 1979.
Negli anni Ottanta, ha sperimentato anche il pop, sonorità caraibiche e elettroniche.
Il 5 febbraio 1981, a Toronto, è stata inserita nella Canadian Music Hall of Fame.
Joni Mitchell è una delle più autorevoli cantautrici della sua generazione. Folk, pop, rock, jazz e world beat: li ha abbracciati tutti e fatti propri. Dalle caffetterie di Yorkville alle tappe internazionali e agli album d’oro, Junos, Grammys e Hall of Fame, ha impegnato e ispirato pubblico e musicisti per circa 40 anni. Ha oltrepassato i confini musicali e ne ha creati di nuovi da attraversare. Il suo stile indipendente è stato emulato da molti artisti famosi e ha aperto la strada alle giovani cantanti di oggi. La sua musica e i suoi testi sono diventati parte della nostra memoria collettiva. Ampiamente rispettata anche come artista visiva e poetessa, continua a aggiungere all’eredità creativa intrecciata indelebilmente nel nostro mosaico culturale. Con questa motivazione è stata nominata Compagna dell’Ordine del Canada, la più importante onorificenza del paese, nel 2004.
Joni Mitchell, una delle massime autrici e cantanti americane degli ultimi cinquant’anni, simbolo della canzone d’autore femminile, oggi combatte contro i postumi di un aneurisma che, nel 2015, ha rischiato di ucciderla.
Ma non si arrende, abituata a lottare fin dall’infanzia, continua a testimoniare quello che la musica e l’amore possono fare quando sono mirabilmente fusi insieme.
Le sue ultime apparizioni sono state alla cerimonia dei Grammy 2022 dove ha ricevuto un riconoscimento per il boxset Joni Mitchell Archives, Vol 1: The Early Years (1963-1967) e allo storico Newport Folk Festival nel luglio dello stesso anno. Seduta su una poltrona che ricordava un trono, ha accompagnato Brandi Carlile all’interno di un toccante show tributo di 13 canzoni a lei dedicato.
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