L’ironia? Fa parte del mio lavoro. Come della vita
Joana Vasconcelos, artista portoghese nota per le installazioni monumentali che spaziano dal video fino al tessile, riadattando l’artigianato in chiave contemporanea. Incorpora oggetti quotidiani con ironia e umorismo, intavolando discussioni sulla condizione femminile, la società dei consumi e l’identità collettiva.
Nata l’8 novembre 1971 a Parigi da genitori portoghesi in esilio, è tornata in patria dopo la Rivoluzione dei Garofani. Ha studiato al Centro de Arte & Comunicação Visual di Lisbona dove ha sviluppato un linguaggio proprio, caratterizzato da una inconsueta sperimentazione che affonda le radici nella cultura popolare così come nel barocco lusitano.
Il successo internazionale è arrivato nel 2005, quando ha partecipato alla prima edizione curata da donne della Biennale di Venezia con l’installazione A Noiva (The Bride), un lampadario alto 20 piedi composto da oltre 14.000 assorbenti interni.
Nel 2012 è stata l’artista più giovane e unica donna ad esporre alla Reggia di Versailles.
Nel 2013 ha rappresentato il Portogallo con una personale alla Biennale di Venezia con l’opera Trafaria Praia, installata in una barca ancorata che è diventata una galleria d’arte galleggiante.
Nel 2018 è stata la prima portoghese a esporre al Guggenheim di Bilbao con una grande retrospettiva che è stata tra le più visitate di sempre del museo.
Nel 2020 c’è stata sua prima personale negli Stati Uniti, al Massachusetts College of Art and Design Museum di Boston, dove ha creato un’enorme opera site specific, Valkyrie Mumbet in omaggio a donne che con la loro ribellione hanno fatto la storia.
Il lavoro di Joana Vasconcelos è attraversato dalla passione per il paradosso. I temi affrontati sono spesso ribaltati concettualmente dall’uso dei materiali. La sua passione sono i tessuti coloratissimi, spesso ricamati a mano, materiale caldo, avvolgente, flessibile. La scala delle opere è sempre monumentale e l’haute couture viene rappresentata in dimensioni architettoniche.
Sono cresciuta in mezzo a culture diverse e questo mi ha resa capace di navigare nel mondo dell’arte assimilandone le varie declinazioni. Il mio lavoro è anche femminista, certo. Tratta tematiche gender ed è anche molto politico. Dipende da chi ne fruisce, da background, provenienza, età, cultura e sesso. A seconda di chi sei, vedrai qualcosa di diverso. Ciò che ho fatto è usare alcune qualità portoghesi per essere multiculturale e toccare molti livelli di pensiero. Non potrei esistere come artista, senza il barocco, il surrealismo, il Nuoveu Réaslime, il pop. Sono il risultato di una linea di tempo che inizia, probabilmente, con l’idolo cicladico.
#unadonnalgiorno