Ildegarda di Bingen, santa tedesca, è stata una monaca benedettina, scrittrice, filosofa e scienziata.
Nel XII secolo ha inventato la prima lingua artificiale.
Fece della sua religiosità l’arma e lo scopo della sua vita spesa a scuotere gli animi e le coscienze.
Donna coraggiosa e ispirata, non ebbe timore di uscire dal convento per conferire con vescovi e abati, nobili e principi. Sfidò con parole durissime anche l’imperatore Federico Barbarossa, col quale precedentemente aveva un rapporto epistolare.
Ha fondato monasteri e parlato alle folle.
Pur non avendo potuto studiare nelle scuole, inspiegabilmente seppe scrivere nel latino parlato e compreso dei dotti, con competenza tecnica su materie che spaziavano dalla scienze naturali alla medicina, dalla linguistica alla letteratura, dalla filosofia alla teologia, dal diritto alla politica.
Nacque in una nobile famiglia dell’Assia Renana, nell’estate del 1098. Sin dalla tenera età ebbe delle visioni che condizionarono la sua esistenza e di cui iniziò a parlare solo molto tempo dopo, intorno ai 40 anni, affermando di aver avuto una stretta acuta e dolorosa che la invitava a parlare e scrivere sotto la sua ispirazione, dispensando consigli di vita pratica e spirituale e trattando le questioni più varie, concentrandosi sul sapere teologico. Definì questa voce interiore la Luce del Dio vivente.
A otto anni venne messa nell’Abbazia di Disibodenberg dove prese i voti.
Nel 1150, fondò un monastero femminile a Bingen, di cui oggi non c’è più traccia.
Nel 1165 fondò un’altra abbazia, a Eibingen, che è ancora visitabile, e nella cui chiesa si possono ammirare gli affreschi che ritraggono i momenti salienti della sua vita.
Ildegarda fu spesso in contrasto con il clero, ma non si arrese mai e riuscì a ribaltare il concetto monastico tradizionalmente claustrale, preferendo una vita di predicazione aperta verso l’esterno.
Compì quattro viaggi pastorali predicando attraverso tutta la Germania.
Studiò incessantemente, ci ha lasciato dei libri profetici come Conosci le vie, il Libro dei meriti della vita e il Libro delle opere divine, oltre a una notevole quantità di lavori musicali, canti e drammi.
Scrisse anche due trattati enciclopedici che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo Storia naturale o Libro delle medicine semplici e Libro delle cause e dei rimedi o Libro delle medicine composte.
Grande fama ebbero le sue lettere che trattano di diversi argomenti, nelle quali rispondeva a richieste di consigli di ordine spirituale.
Importanti i suoi trattati filosofici in cui disserta sull’ordine e l’essenza della Creazione, sul rapporto che lega Dio agli uomini, sui concetti di corpo, anima, uomo e angelo. Ha composto canti gregoriani in latino per coro femminile.
Ildegarda è stata l’autrice della prima lingua artificiale di cui si abbiano notizie, la Lingua ignota, forse con il sogno di riuscire a far comunicare tutte le persone sulla terra. In due suoi manoscritti sopravvissuti compare un glossario di 1011 parole con traslitterazione in latino e in tedesco medioevale.
La sua memoria liturgica cade il 17 settembre, giorno della sua morte avvenuta nel 1179.
Fu seppellita nel Monastero di Rupertsberg ma, quando durante la guerra dei trent’anni, il convento venne distrutto e bruciato dagli Svedesi, le suore benedettine portarono le sue reliquie nella cappella del priorato di Eibingen, dove ancora oggi si trovano.
Nel 2012 il papa Benedetto XVI l’ha proclamata Dottore della Chiesa universale.
Santa Ildegarda non seguiva il metodo di lettura critica ma si basava sulle proprie visioni profetiche, sul discernimento spirituale e i carismi ispirati da Dio.
La sua opera omnia, nell’edizione della Patrologia Latina del Migne, è consultabile online con indici analitici.
Ildegarda di Bingen è una figura molto amata, su di lei sono stati scritti libri, fatto documentari, Margarethe von Trotta, ne ha fatto un film. Anche Franco Battiato ne parla in Niente è come sembra.
È una figura che ha affascinato per la sua apertura mentale, per il coraggio, in un’epoca di totale chiusura, di uscire e portare il suo contributo all’esterno e in consessi soltanto maschili. È stata la studiosa che più ha prodotto in tutto il Medioevo.
#unadonnalgiorno