Le cose migliori e più belle non possono essere né viste né udite, ma sentite nel cuore.
Helen Keller è stata la prima persona non vedente a conquistare la laurea negli Stati Uniti, scrittrice affermata, attivista politica, infaticabile pioniera dei diritti delle donne, del controllo delle nascite e di molte battaglie civili che la portarono a incontrare presidenti, statisti e personalità in tutto il mondo.
Helen Keller, nata il 27 giugno 1880 e morta il 1º giugno 1968, è stata l’esempio vivente di come si può trasformare un ostacolo insormontabile in un «bene meraviglioso».
Helen Keller era sorda e cieca sin da piccolissima, ma grazie a una volontà di ferro e a un’insegnante altrettanto fuori dal comune, riuscì a imparare a scrivere, a parlare, e a laurearsi nel 1904.
È stata la prima paladina dei diritti dei disabili in tutto il mondo.
Resa sordo-cieca da una malattia contratta a 19 mesi la piccola Helen cresceva viziata e selvaggia nella tenuta dei genitori in Alabama. Era una bambina acuta ma la sua relazione con il mondo era limitata a pochi segni che solo la figlia dalla cuoca capiva, oltre ai mugolii che la famiglia si sforzava di interpretare, e alle conseguenti crisi di rabbia per non essere compresa. L’ostinato rifiuto di sua madre di rinchiuderla in un istituto che l’avrebbe affiancata a malati mentali d’ogni genere, portò ad assumere una educatrice personale. A guidarla verso la luce fu Anne Sullivan, la maestra che la prese per mano ancora bambina e che le restò accanto per oltre quarant’anni.
Nell’immobile buio in cui vivevo non esisteva tenerezza, ma solo odio e collera. Prima che la mia educazione cominciasse ero come una nave prigioniera di una nebbia fitta come una tangibile bianca oscurità, che si dirige a tastoni verso la riva; solo, non avevo compassi e bussole per calcolare a che distanza si trovasse la riva.
Anne Sullivan, la sua insegnante, era ipovedente per un’infiammazione batterica contratta da bambina, aveva imparato il linguaggio tattile alla Perkins School for the Blind, migliore studentessa del corso si era poi diplomata insegnante.
Armata di una ferma pazienza, impose la disciplina alla piccola Helen insegnandole a sillabare nel palmo della mano la prima parola della sua vita. Era la prima tappa d’un lungo cammino che doveva portarle a un traguardo incredibile. Helen imparò a riprodurre il segnale e a rimandarlo.
Appena fu in grado di sillabare un certo numero di parole, Anne le insegnò a leggere dandole delle strisce di cartone su cui quelle parole erano scritte in lettere in rilievo. Helen imparò presto che ogni parola stampata corrispondeva a un oggetto. Le costruirono poi una cornice dove inserire le strisce di cartone e formare così le prime frasi.
La sua sete di apprendere la portò a imparare il francese, il latino, e infine alla decisione di iscriversi all’università, nonostante l’opposizione dei genitori. Con Anne sempre al suo fianco, che le traduceva con infinita pazienza nel linguaggio tattile le lezioni di letteratura, di filosofia e tutto ciò che dicevano i professori del Radcliffe College, (corrispettivo femminile dell’Università di Harvard), Helen sosterrà gli esami fino alla laurea in lettere, diventando la prima persona cieca a raggiungere l’incredibile traguardo.
Sin da bambina i suoi progressi avevano attirato l’attenzione di molte personalità, Mark Twain era tra i suoi ammiratori e l’aveva presentata al magnate della Standard Oil, Henry Huttleston Rogers, che le pagò tutti gli studi. Incontrò tutti i presidenti americani da Grover Cleveland, a Woodrow Wilson, a Lyndon B. Johnson, cantò per lei Enrico Caruso che la strinse a sé in modo da comunicarle direttamente le vibrazioni della sua voce prodigiosa.
Il violinista Heifetz suonò per lei, che “ascoltò” la musica ponendo le mani sul violino. Mentre per farle “sentire” un’opera diretta da Arturo Toscanini la fecero sedere su una pedana di legno che le trasmetteva ogni vibrazione.
E mentre pubblicava i suoi libri – La storia della mia vita, Ottimismo, Il mondo in cui vivo, La mia religione – diventò amica di Eleanor Roosevelt, Charlie Chaplin, John Rockefeller, Albert Einstein e Mary Pickford.
Accesa pacifista si oppose alla prima guerra mondiale, difese la causa dei lavoratori, aderì al sindacato Industrial Workers of the World e al Socialist Party of America.
Instancabile sostenitrice del diritto al voto delle donne è stata uno dei primi membri dell’American Civil Liberties Union.
Nel 1924, Helen cominciò a dedicare ogni minuto della sua esistenza al riscatto dei non vedenti e dei sordi, prima negli Stati Uniti poi in tutto il mondo.
Viaggiò in lungo e in largo, incontrando leader mondiali come Winston Churchill, Jawaharlal Nehru e Golda Meir, organizzò manifestazioni, conferenze, incontri, scrisse libri e articoli per far conoscere la sua esperienza, e si lanciò in una campagna per ottenere che negli Stati Uniti venissero creati centri di riabilitazione per fornire a chiunque un’educazione scolastica, e battendosi nel resto del mondo perché i testi in Braille avessero criteri unici.
Nel 1948 fu mandata in Giappone come prima ambasciatrice di buona volontà dell’America.
Ovunque arrivasse, incoraggiava milioni di non vedenti:
«È difficile descrivere Helen Keller, scrisse un giornalista dell’epoca. Cieca, è come se vedesse tutto. Sorda, ode il mondo parlarle. Questa donna possiede una felicità interna da cui le viene una qualità rara: quella di rendere felice chi le sta accanto».
Le dedicheranno premi e riconoscimenti in tutto il mondo, conquisterà anche un Oscar per aver ispirato il documentario sulla sua vita, collezionerà lauree honoris causa dalle più prestigiose università.
Nel 1962 venne girato un film sulla sua storia, Anna dei miracoli, di Arthur Penn, con Anne Bancroft e Patty Duke. Entrambe le attrici vinsero l’Oscar per l’interpretazione.
La piéce omonima firmata da William Gibson girerà i teatri di tutto il mondo, in Italia l’indimenticabile Mariangela Melato darà il volto ad Anne Sullivan.
Una vita in prima linea fino all’ultimo giorno, Helen Keller si spegnerà nella sua casa ad Arcan Ridge, nel Connecticut, il primo giugno 1968, poche settimane prima del suo 88esimo compleanno.
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