Griselda Pollock è una storica dell’arte e sociologa di studi femministi postcoloniali internazionali nelle arti e nella cultura visiva.
Il suo lavoro è concentrato sulle opere e sulle vite delle artiste, spesso dimenticate o poco riconosciute dalla storia dell’arte tradizionale. Ha esaminato l’interazione fra le categorie sociali di genere, classe e razza, ricercando dettagliatamente il rapporto fra esse, la psicoanalisi e l’arte, attingendosi al lavoro di teorici culturali francesi come Michel Foucault.
Nel 2020 è stata insignita del Premio Holberg “per i suoi contributi rivoluzionari alla storia dell’arte femminista e agli studi culturali“.
Nata l’11 marzo 1949, come Griselda Frances Sinclair Pollock a Bloemfontein, in Sud Africa, è cresciuta in Canada. Si è poi trasferita in Gran Bretagna dove ha studiato Storia moderna a Oxford e Storia dell’arte europea al Courtauld Institute of Art di Londra. Nel 1980 ha conseguito un dottorato di ricerca con uno studio su Vincent van Gogh e l’arte Olandese: una lettura delle sue nozioni di “moderno”.
Ha insegnato in diverse istituzioni, tra cui il College of Art di Leeds e il Courtauld Institute of Art, dove ha conseguito la cattedra di storia dell’arte.
Sin dal 1977 è considerata una delle più influenti studiose di arte moderna e d’avanguardia, arte postmoderna e arte contemporanea.
Nel 2001 è diventata direttrice del Center for Cultural Analysis, Theory and History presso l’Università di Leeds. Nel 2019 ha ricevuto un dottorato onorario dal Courtauld Institute e uno dall’Accademia d’Arte Estone.
Griselda Pollock ha contribuito a riscrivere la storia dell’arte, analizzando le opere da una prospettiva femminista che ha messo in luce i pregiudizi di genere. Ha esplorato il concetto di visione maschile nell’interpretazione e nella rappresentazione delle opere d’arte.
Tra le sue opere più note c’è il libro Old Mistresses: Women, Art, and Ideology, in cui ha indagato la rappresentazione delle donne nell’arte e come questa rappresentazione sia stata plasmata dai contesti sociali e culturali. Ha scritto ampiamente su artiste del passato portandone alla luce storie e contributi artistici.
Oltre al lavoro accademico, è stata una figura chiave nell’istituzione di programmi di studi di genere nell’arte e nella teoria femminista ed è tra le fondatrici della rivista Feminist Review.
Ha sviluppato una serie di concetti con cui teorizzare e praticare interventi femministi critici nelle storie dell’arte: vecchie amanti, visione e differenza, mosse d’avanguardia, generazioni e geografie, differenziazione del canone e, recentemente, il museo femminista virtuale.
Ha fondato e dirige il Center for Cultural Analysis, Theory and History presso l’Università di Leeds, progetto intra disciplinare che collega belle arti, storia dell’arte e studi culturali attraverso temi condivisi fra classe, genere, sessualità, critica post coloniale e teoria queer.
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