Giulietta Masina è una delle attrici italiane più famose di tutti i tempi.
I suoi personaggi sono rimasti nella storia del cinema internazionale.
Affettuosamente soprannominata dal marito, Federico Fellini, lo spippolo (che in dialetto romagnolo indica qualcosa di piccolo e tenero) ha incarnato un ruolo unico e affatto convenzionale: quello di una donna fragile ma provocante.
Nella sua lunga carriera ha vinto premi al Festival di Cannes, Festival di Berlino, due David di Donatello, quattro Nastri d’Argento e varie nomination, tra cui anche una ai premi BAFTA.
Nacque col nome di Giulia Anna Masina a San Giorgio di Piano, Bologna, il 22 febbraio 1921, suo padre era musicista e sua madre maestra. A quattro anni andò a vivere Roma da una zia rimasta vedova che la incoraggiò a studiare e insieme a seguire le sue inclinazioni artistiche.
Nel 1945 si è laureata in Lettere alla Sapienza, già dal liceo partecipava a spettacoli teatrali. Ai tempi dell’università entrò nella Compagnia del Teatro Comico Musicale dove si esibiva come ballerina, cantante e attrice in diverse operette e commedie brillanti.
Giulietta Masina, dopo una fugace apparizione in Paisà di Roberto Rossellini, ha esordito al cinema nel 1948, in Senza pietà, diretto da Alberto Lattuada che le valse il Nastro d’Argento come Migliore Attrice non Protagonista.
La grande notorietà è arrivata grazie ai suoi ruoli nei film di Fellini. Ha travolto il pubblico dando vita al personaggio malinconico di Gelsomina in La Strada che vinse l’Oscar nel 1954. Per la sua eccellente mimica venne paragonata, dalla critica, a Charlie Chaplin.
Nel 1957 anche Le notti di Cabiria, ha vinto l’Oscar segnando l’apice della sua carriera di attrice, regalandole la Palma d’oro a Cannes come Migliore Attrice e il Nastro d’Argento.
Nel 1965 la sua interpretazione in Giulietta degli spiriti le ha portato il David di Donatello come Migliore Attrice.
Sebbene i grandi riconoscimenti siano arrivati coi film di Federico Fellini, con cui c’era una sintonia sul set irraggiungibile con altre persone, ha lavorato con artisti del calibro di Eduardo De Filippo, Alberto Sordi, Anna Magnani, Katharine Hepburn, Lina Wertmuller e molti altri e altre.
Giulietta Masina seguiva un registro interpretativo intenso, delineando in profondità i suoi personaggi, scavando nella loro interiorità, per narrare storie ricche di umanità.
Negli anni ’70, oltre alla partecipazione a trasmissioni televisive, ha tenuto una rubrica su La Stampa, dal titolo Risponde Giulietta Masina, che faceva parte del settimanale Cronache per le donne. Una selezione di questi testi è confluita nel volume Il diario degli altri.
Nel 1985, per Ginger e Fred accanto a Marcello Mastroianni, si è aggiudicata un altro Nastro d’Argento.
L’ultimo film a cui ha preso parte è stato Aujourd’hui, peut-être…, del 1991 con la regia di Jean-Louis Bertuccelli.
Giulietta Masina è morta il 23 marzo 1994, per un tumore ai polmoni, cinque mesi dopo la scomparsa dell’amato marito. Entrambi sono sepolti nel cimitero di Rimini e sulla loro tomba c’è un monumento dello scultore Arnaldo Pomodoro.
Nelle sue tante interpretazioni è stata goliardica, clownesca, esuberante, venata da una tristezza che da impercettibile potevadiventare totalizzante. Sporcava i movimenti e le espressioni con una facilità innata, la stessa con cui li rendeva signorili e candidamente seducenti. Un’attrice sicuramente unica, nel suo genere.
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